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Non condividiamo ma ci inginocchiamo. Così morimmo democristiani 
di Ninni Raimondi
 
Non condividiamo ma ci inginocchiamo. Così morimmo democristiani 
 
“Non condivido le tue idee, ma mi batterò per dire esattamente quello che dici tu”. Con questa parafrasi dell’inflazionata frase attribuita a Voltaire – e che non era di Voltaire – potremmo inquadrare l’uscita della Figc in vista di Italia-Belgio. La nazionale italiana, obtorto collo, stavolta si inginocchierà perché così non fan tutti, ma fanno i nostri prossimi avversari. Esattamente come non si è inginocchiata contro l’Austria perché così non ha fatto l’Austria. Capolavoro di paraculaggine da far sbiadire l’ufficio stampa di un qualsivoglia senatore democristiano. 
 
Ci inginocchiamo, ma non condividiamo. Capolavoro democristiano 
Provate a leggere ad alta voce quanto affermato dalla Figc, vi apparirà ancora più grottesco. “Come ha spiegato Chiellini, la squadra si inginocchierà per solidarietà con gli avversari, non per la campagna in sé, che non condividiamo. I giocatori austriaci non si sono inginocchiati e i nostri sono rimasti in piedi. Se quelli del Belgio lo faranno, anche i nostri saranno solidali con loro”. Lo ammettiamo, a noi vien quasi da ridere. Perché in fondo queste parole sono lo specchio perfetto di un’Italia già in ginocchio da anni su fronti ben più cruciali del calcio. 
Perfetta diapositiva di una classe politica allo sbando che permea una società prostrata, avvilita, genuflessa. C’è insomma poco da stupirsi e alla fine ancor meno da indignarsi. Decidere di non decidere facendo decidere gli altri è un’incredibile trovata da teatro dell’assurdo. E se soprattutto in Italia destra e sinistra riescono a dividersi su tutto, su questo aspetto tutti converranno: siamo dei maestri indiscussi nel non assumerci una responsabilità che sia una. D’altronde colui che viene considerato il principale esponente del teatro dell’assurdo italiano, Achille Campanile, negava spudoratamente di aver mai partorito qualcosa che avesse a che fare con il teatro dell’assurdo. Nessuno provi a inquadrarci. 
 
E vissero tutti infelici e scontenti 
“Quando ci sarà la richiesta da parte dell’altra squadra, ci inginocchieremo, per sentimento di solidarietà e sensibilità verso l’altra squadra“, aveva anticipato il capitano della Nazionale prima che la Figc chiarisse il grande boh espresso da Lorenzo Cherubini, pardon da Giorgio Chiellini. Ora, sorvolando sulla sin troppo facile ironia che al riguardo si è inevitabilmente sprecata e continuerà a sprecarsi da qui a venerdì, su questo giornale avevamo pronosticato da subito che gli Azzurri sarebbero stati assediati dagli strilloni del politicamente corretto. Non ci voleva la sfera di cristallo per immaginarselo e così è stato. 
 
Eppure questa non scelta ha un che di strabiliante. Sì perché riesce a scontentare tutti: chi voleva la Nazionale in ginocchio e chi al contrario si augurava che restasse in piedi. I primi si stanno già lagnando della non condivisione della posizione Black lives matter, i secondi del fatto che gli Azzurri non hanno tenuto il punto. Entrambi adesso potranno facilmente accusare la Nazionale di ignavia e ipocrisia. Peccato che alla gran parte degli italiani, comprese molte persone di sinistra, quel ginocchio a terra risulti del tutto inutile. Sic et simpliciter. E oltretutto finirà per stufare anche chi oggi lo esalta per partito preso. Forse siamo già morti democristiani, ma alla lunga siamo in grado di fregarcene. 
 
29 Giugno  2021