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Pure i connettori audio sono poco “inclusivi” 
di Ninni Raimondi
 
Pure i connettori audio sono poco “inclusivi”: “Abolire la dicitura maschio-femmina” 
 
Se in Italia gli animalisti se la prendono con Cochi e Renato, per rimanere in tema musicale a livello internazionale non mancano le assurdità: adesso sono i cavi audio a dare fastidio per le diciture poco inclusive. 
 
Connettori audio poco “inclusivi” 
E’ notizia di oggi che quella che vede protagonista la PAMA (Professional Audio Manufacturers Alliance, associazione internazionale di aziende operanti nel settore audio) la quale ha deciso di rivedere i termini tecnici considerati “obsoleti” o comunque poco inclusivi all’interno della comunità degli addetti al lavoro del settore audio. Osservati speciali i termini delle  coppie “master/slave” e “maschio/femmina”, per indicare il tipo di connettori dei cavi audio. 
 
Le alternative a “maschio/femmina” 
L’associazione ha fatto circolare tra i suoi membri un questionario apposito sulla terminologia inclusiva. Le domande sono arrivate a  Audio-Technica, Blue, Sennheiser e Shure. Lo scopo di questo questionario è di arrivare a definire una terminologia più neutrale a a livello industriale e che rispetti le differenze di genere. “Master/slave” potrebbe diventare “primario/secondario”, mentre “maschio/femmina” potrebbe diventare “plug/socket” (in italiano “spina/presa”). 
 
Il plauso “femminista” 
Karrie Keyes, direttrice esecutiva di SoundGirls (associazione che sostiene le donne nel settore audio) nonché ingegnere del suono per Eddie Vedder, è felice di questa iniziativa: “Complimenti alla PAMA per aver introdotto un linguaggio neutrale nell’industria audio. Si tratta di un’iniziativa importante, ed è importante anche continuare a lavorare per un cambiamento significativo nel nostro settore”. 
 
9 Luglio  2021