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Green pass per ristoranti e trasporti 
di Ninni Raimondi
 
Green pass per ristoranti e trasporti, ecco chi lo vorrebbe pure in Italia 
 
Green pass pure per ristoranti e trasporti pubblici: è scontro nella maggioranza. Il primo è stato il commissario Figliuolo, che ha dichiarato di condividere la scelta di Macron di rendere obbligatorio il green pass in Francia per qualsiasi attività sociale. Poi è partito il coro degli esperti pro restrizioni. Ora scoppia la polemica tra i partiti che sostengono il governo Draghi. 
 
Scontro sul green pass per ristoranti e trasporti 
Mentre è in atto il pressing di virologi, immunologi e epidemiologici che dicono di “guardare alla Francia” sul fronte dell’obbligo vaccinale e di nuove restrizioni anti variante Delta, è scontro nella maggioranza. Dopo qualche fuga in avanti di governatori, come quello della Liguria Toti, che condivide la stretta di Macron, arriva lo stop della Lega (condiviso da alcune categorie, come i ristoratori). No al green pass pure per entrare nei locali o prendere un treno. 
 
Lega contraria, ma in molti nel Pd sono favorevoli 
A sentire il generale Figliuolo, il green pass potrebbe dare una spinta agli indecisi del vaccino, anche se andrebbe comunque fornita l’alternativa del tampone per rispettare la Costituzione (il vaccino non può essere obbligatorio). Linea condivisa – neanche a dirlo – da diversi parlamentari del Pd così come da alcuni governatori. Mentre la leader dell’opposizione, Giorgia Meloni, parla di “follia anticostituzionale” e di “idea raggelante”. E’ la stessa posizione di Matteo Salvini: “Vaccino, tampone o Green Pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo”, scrive su Twitter. 
Il dem Francesco Boccia, invece è per la linea dura (tanto per cambiare). “A questo punto della pandemia, con la variante Delta che dilaga, non ci sono alternative: o green pass per tutti gli eventi pubblici o obbligo vaccinale per tutte le categorie a rischio. Non c’è una terza via, inutile girarci intorno, l’alternativa sarebbe l’anarchia auspicata dalla destra negazionista”, dice l’ex ministro. 
 
Categorie divise: no di Fipe-Confcommercio, sì di Federalberghi 
Anche le categorie sono divise. Fipe-Confcommercio teme pesanti penalizzazioni per i ristoratori ma per Federalberghi sarebbe un provvedimento “sacrosanto”. Sul fronte del green pass esteso ci sono comunque una serie di nodi da sciogliere, come quello della costituzionalità. Nonché problemi di privacy che scaturirebbero dall’obbligo per entrare nei locali o prendere un treno. Problemi che andrebbero presi in esame dal Garante. 
 
Nessuna decisione dal governo a breve 
Da fonti del governo, intanto, si rende noto che non verranno prese decisioni in merito a breve. Anche se non si può escludere un incontro con il Cts per valutare il modello francese. In ogni caso si escludono provvedimenti prima del prossimo monitoraggio di venerdì, alla luce dei dati su vaccini e contagi. In tal senso, gli esperti fanno il solito allarmismo in merito ai festeggiamenti per la vittoria dell’Italia a Euro 2020. “Già fra 4 o 5 giorni, se osserveremo dei picchi nelle città dove ci sono stati comportamenti a rischio, vedremo se con i festeggiamenti per la vittoria agli Europei abbiamo rischiato troppo”, spiega Sergio Abrignani, membro del Cts. 
 
Sileri: “Subito il green pass esteso come in Francia” 
Sulla necessità di nuove strette (sulla base dei contagi da variante Delta, a cui però non seguono nuovi ricoveri) è intervenuto anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Fare subito come ha fatto la Francia “è sicuramente una scelta giusta. Dovremmo farlo anche in Italia, non chieda a me perché ancora non siamo partiti, io a Speranza l’ho detto tante volte”, sostiene convinto Sileri. “I parametri per le Regioni devono cambiare. Ma se non cambieranno, un modo per evitare chiusure – a fronte del rischio di un aumento dell’indice dei contagi – potrebbe essere il green pass. Io cambierei i parametri dando un peso maggiore a ospedalizzazione e vaccinazioni”, suggerisce. 
 
Governatori divisi, Fontana dice no 
Anche l’assessore alla Salute del Lazio, Antonio D’Amato, “sarebbe utile che il governo decidesse in che maniera vada utilizzato il certificato verde, possibilmente con la vaccinazione completa, prima di adottare misure restrittive”. Il governatore campano, Vincenzo De Luca, invece precisa: “Il green pass l’abbiamo fatto quattro mesi fa. La nostra carta di vaccinazione la rilasciamo dopo la seconda dose“. Contrario invece il governatore lombardo, Attilio Fontana, convinto che questo tipo di provvedimento “oltre a non essere possibile in Italia per la privacy, in Lombardia non è necessario”. In Parlamento, infine, se alcuni esponenti dem chiedono di “estendere il green pass a tutti i luoghi di socialità”, per i deputati M5S in commissione Affari sociali l’ipotesi è “prematura e pone interrogativi per coloro che devono forzatamente ricorrere al tampone“. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si dice favorevole “all’obbligo vaccinale al personale sanitario e scolastico“. 
 
14 Luglio  2021