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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Parlano di libertà ma ci censurano 
di Ninni Raimondi
 
Parlano di libertà ma ci censurano: i talebani sono arrabbiati 
 
Verrebbe da dire, persino i talebani si preoccupano. Durante una conferenza stampa, infatti, al portavoce dei talebani è stato chiesto quali sarebbero le loro mosse sulla libertà di espressione. E lui ha prontamente rigirato la domanda al reporter, parlandogli di Facebook e delle sue censure: “Chiedete a chi professa la libertà di parola e poi non permette di pubblicare tutte le informazioni. Chiedete a Facebook”. 
 
I Talebani accusano Facebook 
Il riferimento del portavoce dei talebani a Facebook si riferisce all’iniziativa del social di  identificare ed eliminare dal social network i contenuti che supportano gli estremisti islamici del’Afghanistan. La nuova policy denominata “Dangerous Organization” vieta di elogiare le organizzazioni terroristiche sanzionate dagli Stati Uniti. La regola, ovviamente, vale anche per  Instagram e WhatsApp, sebbene (in teoria) quest’ultimo non può essere censurato. 
 
Le censure sui social 
Il portavoce di Facebook ha confermato che è in corso un’azione di drastica “pulizia” sulle tre piattaforme. L’azienda di Menlo Park ha costituito un team di esperti che conoscono il contesto locale e soprattutto parlano le due lingue più diffuse in Afghanistan, ovvero Dari e Pashtu. Ciò permette di identificare proattivamente i contenuti che inneggiano ai Talebani. Facebook rimuoverà anche gli account gestiti dall’organizzazione terroristica. 
 
20 Agosto  2021