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Green pass obbligatorio e tamponi a carico del lavoratore 
di Ninni Raimondi
 
Green pass obbligatorio e tamponi a carico del lavoratore: il diktat di Federmeccanica 
 
Non si fanno sconti a nessuno, vi dovete vaccinare e se non lo fate il costo dei tamponi sarà a carico vostro: così si possono riassumere le lapidarie parole del presidente di Federmeccanica Federico Visentin, che per risolvere la questione sorta in seno al dibattito sul Green pass in mensa, taglia gentilmente la testa al toro. 
Il problema si risolve «in tre punti: obbligo di Green pass in tutti gli ambienti di lavoro. Nessun obbligo di vaccino ma costi dei tamponi a carico dei lavoratori. E chi non accetta resta a casa senza stipendio». Come è umano lei. «Non possiamo permetterci di perdere tempo. Se c’è la volontà va fatto subito», insiste. «Posizioni deboli fanno male». Federmeccanica, la divisione di Confindustria che riunisce le imprese metalmeccaniche, conta 16mila aziende associate in cui sono impiegati 800mila lavoratori. 
 
Federmeccanica vuole imporre il Green pass 
«Dire che le aziende non sono stati focolai di Covid è la verità, abbiamo lavorato tutti insieme, sindacati ed aziende, per creare ambienti di lavoro sicuri», ma «quando abbiamo fatto i nostri protocolli non c’era il vaccino. Adesso il vaccino è arrivato, gli scienziati ci stanno dicendo che funziona. E se la scienza oggi ci mette a disposizione un nuovo strumento contro la pandemia noi dobbiamo avere l’obbligo di adottarlo». Il presidente di Federmeccanica precisa poi che non viene richiesto «l’obbligo al vaccino» ma «l’obbligo di Green pass, che poi è la linea che ha scelto il governo, come per la scuola». Che sappiamo benissimo essere un modo surrettizio per imporre il vaccino, se i tamponi sono a carico del lavoratore. Nessun operaio può permettersi di spendere 15-20 euro ogni due giorni per poter accedere al luogo di lavoro. E Visentin questo lo sa. 
 
Nel frattempo i sindacati aprono su una ridefinizione dei protocolli di sicurezza. «C’è disponibilità a tornare al tavolo per rafforzare il Protocollo sulla sicurezza e anche a discutere di Green Pass per accedere a mense e spazi comuni» ma «diciamo no a fughe in avanti senza confronto, ad azioni unilaterali calate dall’alto tramite Faq che dividono i lavoratori e creano solo caos» puntualizza Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, intervistato da Repubblica. Il sindacato aveva poi riferito di «tanti lavoratori che stati costretti a consumare il pasto sui marciapiedi, sotto al sole. Scene che non vorremmo mai vedere». 
 
20 Agosto  2021