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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Facciamo il punto della situazione giusto per capire 
di Ninni Raimondi
 
 
Facciamo il punto della situazione giusto per capire 
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La minaccia dei talebani: “Se gli Usa resteranno dopo il 31 agosto reagiremo” 
 
“Se gli Usa o il Regno Unito cercheranno di guadagnare tempo per continuare le evacuazioni dall’Afghanistan ci saranno delle conseguenze“: è la minaccia dei talebani. Suhail Shaheen, uno dei portavoce dei talebani e membro del team di negoziazione del gruppo, spiega che “il presidente Biden ha annunciato che il 31 agosto avrebbe ritirato tutte le truppe americane. Quindi se estendono il limite significa che stanno estendendo l’occupazione e non ce n’è bisogno”. 
 
Talebani avvertono: “Se Usa resteranno oltre il 31 agosto reagiremo” 
L’avvertimento dei talebani dunque è chiaro: gli Usa e gli altri Paesi occidentali che stanno evacuando personale civile e collaboratori afghani devono rispettare la scadenza del 31 agosto. Il chiarimento arriva dopo che il premier britannico Boris Johnson ha annunciato che intende chiedere al G7 una proroga. Per il presidente Usa Joe Biden allo stato attuale non sembrerebbe necessario posticipare la deadline, ma comunque – chiarisce non scartando la possibilità – “ne stiamo discutendo“. Biden dichiara che finora gli studenti coranici stanno collaborando e rispettando i patti. “Abbiamo parlato molto con i talebani: hanno collaborato all’estensione del perimetro” nell’aeroporto internazionale di Kabul. Il presidente Usa poi ringrazia gli alleati. “Ho sentito i leader di diversi Paesi, come l’Italia, la Germania e la Spagna che stanno dando un grande contributo e un sostegno vitale” alle operazioni di evacuazione da Kabul. “Ringrazio tutti i nostri partner per lavorare in modo così unito” e spiega: “Aiuteremo” l’evacuazione dall’Afghanistan “di cittadini di altri Paesi”, “ne parleremo al G7 martedì”. 
 
Biden: “Finora evacuate 33mila persone” 
Il presidente Usa infine riporta che sono 28mila le persone evacuate dagli Stati Uniti dal 14 agosto, di cui 11mila nelle ultime 36ore, per un totale, da luglio, di circa “33mila persone” portate via dall’Afghanistan. Ora “la priorità assoluta è portare tutti gli americani fuori da Kabul”. Biden, nel mirino per la gestione disastrosa del ritiro delle truppe, si giustifica dicendo che le evacuazioni sarebbero state “difficili e dolorose” anche se fossero state avviate “un mese fa”. Il presidente dem inoltre ribadisce il timore di possibili attentati da parte dell’Isis, nemico storico dei talebani. 
 
Scontro a fuoco all’aeroporto di Kabul: ucciso membro forze sicurezza afghane 
Intanto all’aeroporto di Kabul – dove secondo fonti Nato negli ultimi giorni ci sono state almeno 20 vittime a causa della calca all’esterno dello scalo – è ancora caos. I talebani dal canto loro incolpano i militari Usa di quanto sta accadendo all’aeroporto. Un membro delle forze di sicurezza afghane è stato ucciso e altri tre sono rimasti feriti in una sparatoria scoppiata alle 4:13 di stamattina allo scalo internazionale. Lo riferisce su Twitter il Bundeswehr, il Comando per le operazioni delle forze congiunte tedesco. “Questa mattina alle 4:13 c’è stato uno scontro a fuoco tra le forze di sicurezza afghane e degli assalitori ignoti all’entrata nord dell’aeroporto di Kabul. Un componente delle forze di sicurezza afgane è stato ucciso e altri tre feriti”, si legge nel tweet. Il Bundeswehr ha aggiunto che sia le forze tedesche che quelle Usa sono state coinvolte nell’incidente ma senza vittime o feriti. 
 
Talebani: “Fake news quelle sui rastrellamenti” 
Dal canto loro, i talebani – che hanno conquistato il Paese e instaurato l’Emirato islamico dell’Afghanistan – respingono le fake news sui rastrellamenti. Le notizie secondo le quali i talebani cercano nelle case attivisti e collaboratori delle forze occidentali per minacciarli o ucciderli non sono vere. Lo sostiene sempre il portavoce Shaheen. “Posso assicurare che ci sono molte notizie diffuse dai nostri avversari che non sono basate sulla realtà”, afferma. 
 
“Gente che fugge? Non hanno paura, è migrazione economica” 
Quanto alla situazione drammatica all’aeroporto di Kabul con migliaia di persone che cercano di lasciare il Paese, Shaheen la considera semplice “migrazione economica”. “Non hanno paura. Vogliono vivere in Occidente perché l’Afghanistan è un Paese povero e il 70% della popolazione afghana vive sotto la soglia della povertà. Vogliono stabilirsi nei Paesi occidentali per avere una vita prospera”, sostiene il portavoce. 
 
 
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Afghanistan, il fratello dell’ex presidente Ghani giura fedeltà ai talebani: “Lo faccio per il popolo” 
 
Hashmat Ghani, fratello dell’ex presidente afghano Ashraf Ghani, dichiara di accettare i talebani come nuova forza di “maggioranza” e di avergli chiesto un governo maggiormente inclusivo. Ghani spiega di averlo fatto per pragmaticità politica, sostenendo che un accordo è necessario “per il popolo afghano”. 
 
Ghani e il video in cui “giura fedeltà” ai talebani 
Intervistato da Al Jazeera, il fratello dell’ex presidente Ghani ha detto di averlo fatto perché, in questo momento così difficile, è necessario pensare al benessere del popolo dell’Afghanistan. Nei giorni scorsi, infatti, ha incontrato le personalità influenti dei talebani e sui social si è dato ampiamente spazio ad un video in cui Ghani dichiara di appartenere al movimento e di appoggiarlo. Secondo alcune fonti, nel video divenuto virale sarebbe presente anche Khalil Haqqani, terrorista legato ad Al Quaeda. 
 
Il tentativo di mantenere gli “investimenti” 
Ghani sostiene di aver accettato i talebani come forza al potere i nquesto momento per dare un segnale ai personaggi importanti della politica e della cultura nonché, dettaglio di non poco conto, agli uomini d’affari che hanno investito milioni nella “ricostruzione” dell’Afghanistan. Secondo Ghani, infatti, se anche loro insieme alle migliaia di cittadini terrorizzati fuggissero dal Paese le conseguenze per l’economia sarebbro devastanti mettendo ancor di più in serio pericolo il futuro della nazione. 
 
“Che figura avrei fatto con la mia gente?” 
Hashmat Ghani (al contrario del fratello che è scappato dall’Afghanistan il 15 agosto scorso), sostiene di non aver mai avuto lontamanete l’idea di lasciare l’Afghanistan: ad oggi, infatti, è nella sua casa nella parte occidentale ddi Kabul. “Se dovessi fuggire, cosa ne sarebbe della mia gente, della mia tribù?” si chiede Ghani “le mie radici sono qui, che tipo di messaggio darei se io scappassi e lasciassi la mia gente nel momento del bisogno?”. Allo stesso tempo, non biasima il fratello per essere fuggito, sostenendo che  “se fosse stato ucciso, le cose sarebbero peggiorate molto”. 
 
 
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Lezioni Lgbt a bimbi non autorizzate, una mamma protesta. Le maestre si vendicano così 
 
Una madre protesta con la direzione della scuola primaria frequentata dal figlio perché le maestre impartiscono lezioni — non autorizzate dalle famiglie — di Lgbt e gender: per tutta risposta, a fine anno scolastico si vede i voti del bambino, «da sempre studioso con profitto», sensibilmente penalizzati. Benvenuti nella nuova «buona scuola» che apparecchia tavola al regime Zan, dove chi dissente subisce rappresaglie: a denunciare la vicenda in un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione Bianchi è il senatore dei Fratelli d’Italia Lucio Malan, così come riferito dal Secolo d’Italia.   
 
Lezioni Lgbt a scuola: l’interrogazione parlamentare 
I fatti, spiega Malan, si sono svolti «Nel corso dell’anno scolastico 2020/2021». Alla protagonista della vicenda, madre di un bimbo di 11 anni «frequentante la classe quinta della scuola primaria del convitto nazionale Umberto primo di Torino, così come a tutti gli altri genitori, nell’ambito del piano di offerta formativa», viene illustrata la proposta di un corso di educazione sessuale. I docenti mostrano alla donna il programma e il materiale didattico che verrà presentato durante detto corso. Dopo aver visionato gli allegati la madre decide di dare il proprio consenso. Il figlio, precisa Malan nell’interrogazione, «è un bambino sano, bene educato e ben seguito dalla madre nonché da sempre studioso con profitto». In particolare «in matematica, materia nella quale alla fine del 2020 si è classificato a livello nazionale nell’ambito di una nota competizione accreditata presso il ministero dell’Istruzione». 
 
Quegli strani cartelloni 
Tutto sembra procedere per il meglio quando il 22 aprile la signora riceve dalla «maestra, M.L.C., nella chat su WhatsApp dei genitori della classe del figlio, le fotografie degli elaborati sotto forma di cartelloni realizzati dai ragazzi raffiguranti scritte di propaganda Lgbt». La madre si rivolge al bambino chiedendo chiarificazioni. Lui spiega «con evidente imbarazzo, che sono state le maestre a fare tutto quel ‘lavoro’ e che in sostanza lui ha scritto parte di quei cartelloni sotto la loro totale indicazione e supervisione». La signora, pensando che «quei lavori fossero stati inseriti nel corso di educazione sessuale per il quale lei aveva rilasciato il consenso informato», è poi venuta a sapere che «i lavori di propaganda Lgbt sono stati eseguiti in altra circostanza». Senza che le maestre avvertissero nessuno. 
 
 
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“Se a settembre non saremo all’80% di vaccinati valuteremo l’obbligo”. L’avvertimento di Sileri 
 
“Se entro il 15 settembre non saremo all’80% dei vaccinati dovremo valutare l’obbligo vaccinale“: lo annuncia il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Obbligo che sarebbe a dir poco complicato da mettere in pratica, anche se ristretto a determinate fasce di popolazione (si parla dagli over 40 in su). Tuttavia, poiché come è normale che sia – visto che molti italiani sono in vacanza – ad agosto si registra un calo delle vaccinazioni, Sileri sgancia la bomba. Con la minaccia dell’obbligo magari si cerca di convincere gli scettici. 
 
Sileri: “Se al 15 settembre non saremo all’80% dei vaccinati valuteremo obbligo” 
Il dato che preoccupa il sottosegretario alla Salute è quello delle (poche) ospedalizzazioni per Covid, che riguardano quasi esclusivamente i non vaccinati. Pertanto se all’inizio dell’autunno non verrà raggiunto l’80% di copertura vaccinale occorrerà valutare l’obbligo. In un’intervista alla Stampa il sottosegretario alla Salute avverte: “Questa è l’ultima chiamata alle vaccinazioni. Se entro il 15 settembre non avremo superato la soglia dell’80% di popolazione che ha avviato il percorso di immunizzazione, dovremo valutare la possibilità di una forma di obbligo“. L’obbligo riguarderebbe le fasce d’età che “rischiano di più”, chiarisce Sileri. “Andrei a proteggere chi ha più di 40 anni. Non possiamo continuare a rallentare il lavoro ordinario degli ospedali”. 
 
“Aziende? Meglio estendere green pass che obbligo vaccinale” 
Il punto è che secondo il sottosegretario va alzata la soglia di copertura vaccinale. “Con la variante Delta, che si è rivelata molto più contagiosa, dovremo salire all’80% della popolazione. Forse anche qualcosa di più”, chiarisce. Sileri poi si dice non convinto sull’obbligo vaccinale nelle aziende. Per le attività produttive, afferma, “sarebbe più utile un’estensione del green pass rispetto a un obbligo vaccinale“. Il suo maggiore utilizzo deve essere legato all’andamento del contagio, quindi deve essere “estremamente flessibile” per “evitare chiusure e restrizioni”. La terza dose di vaccino sarà necessaria? “Se vedremo un aumento dei casi tra chi si era vaccinato, perché la copertura dell’immunizzazione è scesa con il passare dei mesi – risponde -, si dovrà fare una terza dose. Ma aspettiamo di leggere dati e numeri“. 
 
Ipotesi obbligo per i dipendenti pubblici 
Intanto, sul fronte dell’obbligo vaccinale per determinate categorie, si valuta la possibilità di estenderlo anche ai dipendenti pubblici. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa fa il punto: “Nel mese di agosto il calo delle vaccinazioni era fisiologico, a causa delle ferie. Settembre sarà decisivo: capiremo qual è la quota dei no vax e quale quella dei cittadini che si possono ancora convincere. E allora faremo riflessioni su questo” per decidere se estendere l’obbligo. 
 
Ad oggi vaccinato il 67,3% della popolazione 
Chi è convinto che l’obiettivo dell’80% di vaccinati può essere raggiunto è il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. “La prossima settimana – fa presente il generale – Regioni e Province autonome riceveranno 5,3 milioni di dosi di Pfizer e Moderna che si sommeranno ai 5 milioni e 859 mila già disponibili”. Inoltre, nonostante il calo fisiologico di agosto, gli italiani over 12 anni completamente immunizzati sono 36.354.666, ossia il 67,3% del totale (qui i dati ufficiali). Vaccinare quel 13% di italiani che manca all’appello in circa 5 settimane è possibile. Magari anche senza ricorrere all’obbligo (che sarebbe una rogna per il governo da un punto di vista giuridico e di assunzione di responsabilità). 
 
 
 
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Immigrazione clandestina, CasaPound: “Pozzallo non deve essere dimenticata” 
 
Sono arrivati da più parti d’Italia a sostegno dei siciliani che non vogliono arrendersi alle logiche contorte dell’accoglienza indiscriminata sul territorio italiano di clandestini senza alcun diritto di approdare sulle nostre coste. Stranieri senza documenti scortati ed accompagnati dai buonisti delle Ong e da scafisti senza scrupoli. Ieri nella città di Pozzallo (in provincia di Ragusa), uno dei luoghi simbolo, con Augusta (Sr), Porto Empedocle (Ag) e Lampedusa (Ag), di questo traffico umano, CasaPound Italia ha organizzato una manifestazione nell’anfiteatro Raganzino. 
 
“A difesa dei sacri confini”: CasaPound a Pozzallo contro l’immigrazione clandestina 
Un sito a proscenio sul mare a due passi dal porto che non vede più solo l’approdo di navi turistiche e commerciali, ma, ahinoi, anche di imbarcazioni cariche di stranieri, autentica manovalanza a basso prezzo. I nuovi schiavi che non scappano da alcuna guerra e che non hanno diritto, lo ribadiamo con forza, di arrivare, soggiornare e “pesare” sui sistemi italiani, e con la pandemia soprattutto su quello sanitario. 
 
Un’invasione aumentata a dismisura nell’ultimo anno 
Proprio in questi ultimi due anni flagellati da restrizioni, divieti, e spese gli “arrivi” sulle coste del nostro Stivale sono aumentati a dismisura. L’ultimo conteggio reso noto dal ministero dell’Interno ci indica che dall’1 gennaio 2021 al 20 agosto 2021 sono giunti in Italia 35.034 clandestini, a fronte di 17.160 nello stesso periodo del 2020, e 4580 nel 2019. Oltre diecimila sono tunisini (?!). 
 
Marsella: “Non possiamo più permettere che Pozzallo subisca l’immigrazione selvaggia” 
Tra le bandiere tricolori e quelle di CasaPound Italia, che sventolavano alte nel cielo del tramonto siciliano, campeggiava il grande striscione “A difesa dei sacri confini“, e forte si è sentita la voce di Luca Marsella, tra i responsabili nazionali del movimento: “Non possiamo permettere che Pozzallo continui a subire le conseguenze di un’immigrazione selvaggia e incontrollata. La Sicilia è diventata simbolo dell’incapacità del governo di gestire un problema che dovrebbe essere affrontato, invece, con la massima attenzione e competenza: continui sbarchi, sovraffollamento, tensioni sociali sono ormai all’ordine del giorno, come dimostra l’incendio appiccato nell’hub, proprio di Pozzallo, qualche giorno fa dagli stessi immigrati“. 
 
“Sbarchi continuano ma da politica e autorità nessuna risposta” 
“Anche se ormai lontani dai riflettori – ha proseguito Marsella -, tutti puntati sulla questione Covid, gli sbarchi non si sono mai fermati e da parte di politica e autorità non ci sono risposte: non è accettabile, tanto più in un momento di crisi economica e sanitaria. Per questo motivo abbiamo voluto organizzare questa manifestazione: mentre a Palazzo Chigi si dimenticano o fingono di dimenticare il problema, noi ci schieriamo nuovamente a difesa dei confini italiani ed europei, sacri e inviolabili, fondati sul sacrificio dei nostri padri“. 
 
Di Maulo: “Solo una settimana fa scafisti e Ong hanno scaricato 500 immigrati a Pozzallo” 
Attenzione e passione, e sempre accanto al popolo italiano e alle tante difficoltà che affronta quotidianamente causate da una politica assente, volutamente assente. “Il problema dell’immigrazione clandestina attanaglia ormai da anni l’Italia e l’Europa e, per quanto concerne la rotta africana, parte dalla Sicilia, la nostra stupenda regione, che è il primo approdo – esordisce così Ervin Di Maulo, da pochi mesi responsabile di CasaPound Italia per la Trinacria, che ha avuto da subito a cuore questa questione, ponendo in essere diverse iniziative-. Questa piaga continua imperterrita, vorrei ricordare che solo una settimana fa Pozzallo è stata nuovamente violata dagli amici degli scafisti, dalle Ong, che hanno scaricato il loro prezioso carico di circa 500 immigrati, con un elevato numero di positivi al Covid-19“. 
 
“In Sicilia continui sbarchi di clandestini spesso positivi al coronavirus” 
“Ci sono molte cose che non tornano qui in Sicilia – ha fatto presente Di Maulo -, l’Isola più grande e al centro del Mediterraneo, con una storia importantissima e che oggi è il ventre molle dell’Italia e dell’Europa, diventando il luogo privilegiato degli sbarchi di clandestini, spesso positivi al virus pandemico. E proprio su questo punto sono mesi che stiamo cercando di capire come stanno le cose, tra dati, prevenzione e cure di questi soggetti, ma c’è una pesante coltre di omertà che non permette di chiarire se oggi i siciliani rischiano di essere nuovamente rinchiusi da numeri implacabili (contagi, ospedalizzazione e terapie intensive) aggravati dai dati che arrivano dal mare“. 
 
“La Giunta regionale deve chiedere spiegazioni al governo” 
“Nessuno risponde e già questo è scandaloso! Noi chiediamo a gran voce a questa Giunta regionale di battere i pugni, chiedere spiegazioni al governo, fare ostracismo e se necessario manifestare a Roma, affinché la Sicilia non si trasformi semplicemente in un porto d’attracco per clandestini. Noi ci saremmo a manifestare contro un governo di immigrazionisti. Faccio una solenne promessa: come militanti siciliani abbiamo l’onore e l’onere di difendere questa terra di confine e faremo di tutto, anche correre dei rischi, come già successo, per far capire ai piani alti che così non può continuare. E’ in atto una vera sostituzione etnica di popolo che fa ingrassare le casse di tutta questa consorteria immigrazionista. Ci sono italiani che non si arrendono al fatalismo immigrazionista, che non si arrendono alla narrazione buonista, falsa, finta, ipocrita che non risponde alla realtà, quella realtà che vivono i cittadini davanti ad un’integrazione che non esiste”.  
 
Interventi accorati (conclusi con il canto dell’Inno di Mameli) seguiti anche dai tanti passanti che normalmente affollano il lungomare di Pozzallo, ma che sono stati costretti a rimanere a distanza per il massiccio spiegamento di forze dell’ordine che hanno chiuso l’intero spazio, interdetto a pedoni e traffico veicolare: tutelare o isolare, questo è il dilemma!  
 
 
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Mah! 
23 Agosto  2021