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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Il Grande Reset e la caccia ai «no vax» sono inquietanti 
di Ninni Raimondi
 
Il Grande Reset e la caccia ai «no vax» sono inquietanti, ma non si risponde con il complottismo 
 
La logica cospirazionista non è appannaggio solo di chi critica il potere. Lo insegnano le vicende della Rivoluzione francese. Al complotto denunciato da controrivoluzionari alla Barruel, risponde il governo giacobino che si serve del «complotto dello straniero» e delle «cospirazioni delle carceri» per radicalizzare sempre più il Terrore. Non a caso, per parlare dell’oggi, un ministro degli Interni che lancia l’allarme su possibili sinergie sovversive tra «no vax» ed «estremisti» non si sta forse servendo proprio della logica del complotto? Con i «no vax» da utilizzare come comoda categoria demonizzante, come capro espiatorio inventato sul quale scaricare tutti i fallimenti del potere (vedere alla voce René Girard). Ma ovviamente qui interessa soprattutto dire qualcosa sul perché il complottismo continui imperterrito ad allignare come una mala pianta nell’ambiente neofascista, o di destra radicale, o tradizionalista, ecc. Per averne prova, basta dare una scorsa ad alcune cose scritte sul ventennale dell’attentato alle Torri Gemelle che definire farneticanti è un eufemismo. 
 
Il complottismo in tre passaggi 
Ora, il cospirazionismo, per dirla in breve, ha tre vantaggi innegabili che ne spiegano la perdurante vitalità. 
 
1. Innanzitutto, semplifica oltremisura la complessità del reale, ed è quindi alla portata di tutti. In altre parole, il complottismo si potrebbe definire una dottrina essenzialmente democratica, in quanto bastano pochissimi strumenti culturali per comprenderla. Esempio semplice semplice: il Risorgimento è opera della Massoneria e della sua lotta contro le forze della Tradizione (rigorosamente con la maiuscola), ovvero Chiesa e Impero austriaco. Et voilà. Tutto chiaro, tutto si tiene, tutto si spiega. 
2. In secondo luogo, il cospirazionismo è infalsificabile, tanto più perché chi lo denuncia è in effetti parte del complotto. Esempio: Satana è satanico soprattutto quando fa di tutto affinché si neghi la sua esistenza. Detto in altro modo, più si critica la logica del complotto, più si dimostra di essere al suo servizio. 
3. Terzo punto: il cospirazionista ritiene di possedere quello che si potrebbe definire un plusvalore veritativo. Vale a dire che il teorico cospirazionista, avendo smascherato le trame del nemico, ha raggiunto un livello di verità incommensurabilmente superiore a quello di chi invece non si rende conto, per così dire, dell’esistenza di Matrix, che non a caso è un esempio perfetto di film cospirazionista. 
 
La trappola del Grande Reset 
Ora, per venire all’oggi, una categoria che a mio parere si presta a meraviglia a letture cospirazioniste è quella di Grande Reset, dalla quale, perciò, sarebbe bene tenersi prudentemente lontani, a meno di non usare tutta una serie di cautele metodologiche. In effetti, quando si parla di Grande Reset vien quasi naturale pensare a una radicale trasformazione partorita da un gruppo di persone (alla Bilderberg, per capirci), programmata a tavolino e studiata nei suoi diversi passaggi e sviluppi. Gli ennesimi «Savi Anziani» all’opera. Che poi, per il cospirazionista cambiano i nomi e le maschere, ma l’Avversario (mi raccomando la maiuscola) è in fondo sempre lo stesso, ovvero colui che agisce per sovvertire il mondo e combattere il bene. 
 
Per non cedere al complottismo 
Personalmente, penso invece che molto probabilmente non esista alcun Grande Reset, ma che ci sia una momentanea convergenza, non si può dire quanto duratura, d’interessi disparati che in maniera asimmetrica (cioè non allo stesso modo e non ovunque) stanno entrando in relazione tra loro. Parlo, ad esempio, di governi, case farmaceutiche ed esperti tecnocrati, col supporto del ceto di complemento (soprattutto informazione mainstream) indispensabile per creare consenso. A sua volta, la massa di solito si adegua su base volontaria, grazie alla forza del mimetismo e dell’adattamento sociali (vedere alla voce Gabriel Tarde), mentre per i governi vale spesso quel che diceva un grande storico (colpevolmente trascurato) come Augustin Cochin quando parlava di «macchina»: un meccanismo che una volta avviato può procedere seguendo la sua logica interna, in questo caso quella emergenziale. Tutto ciò senza minimamente ricorrere a spiegazioni cospirazioniste. Si faccia la prova… 
 
20 Settembre  2021