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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Parliamone 
di Ninni Raimondi
 
 
 
 
 
 
 
 
         
 
Referendum, tabulati e Irap: via libera del cdm al decreto legge 
 
Mario Draghi: «Sì a terza dose e obbligo vaccinale» 
Il consiglio dei ministri ha approvato nuove disposizioni urgenti in materia di giustizia assegno temporaneo e Irap. Proroga di un mese per depositare le sottoscrizioni ai referendum 
 
Il Consiglio dei ministri riunito oggi, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco, ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) 2021. La Nota prende atto del miglioramento degli indicatori di crescita e deficit e definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima Legge di Bilancio, che avrà come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2022-2024, in stretta coerenza con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La previsione di aumento del prodotto interno lordo (PIL) per l’anno in corso sale al 6%, dal 4,5% previsto nel DEF in aprile, mentre la previsione di indebitamento netto (deficit) scende dall’11,8% del PIL nel DEF al 9,4% della NADEF. Anche la stima per il rapporto debito/PIL è rivista al ribasso rispetto al 159,8% previsto nel DEF; ciò implica una flessione dell’incidenza del debito sul prodotto interno lordo al 153,5% già nel 2021. 
Inoltre, nella nella nota del cdm si legge che «il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e dei Ministri della giustizia Marta Cartabia, dell’economia e delle finanze Daniele Franco e per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di giustizia e disposizioni di proroga in tema di referendum, assegno temporaneo e Irap». 
 
Queste le norme in materia di giustizia: «In linea col diritto comunitario e con la sentenza della Corte di Giustizia Ue del 2 marzo 2021, si stabilisce che solo con decreto motivato del giudice, su richiesta del pubblico ministero o su istanza del difensore, si possono acquisire presso il fornitore i dati del traffico telefonico o telematico, ai fini dell’accertamento del reato». «In materia di referendum il decreto legge proroga di un mese la possibilità di depositare le sottoscrizioni e i certificati elettorali per le richieste di referendum annunciate dopo il 15 giugno 2021 ed entro la data di pubblicazione dello stesso decreto legge. Il termine per il deposito passa dal 30 settembre al 31 ottobre 2021» mentre sull’assegno temporaneo il Consiglio dei Ministri ha inoltre prorogato alla data del 31 ottobre 2021 i termini, precedentemente fissati al 30 settembre 2021, per la presentazione delle domande di assegno temporaneo per i figli con effetti retroattivi dal 1° luglio 2021«. 
Inoltre sull’Irap, «il decreto legge rinvia al 30 novembre 2021 il termine per la regolarizzazione del versamento relativo al saldo Irap 2019 ed al primo acconto Irap 2020.  
 
La proroga del termine in scadenza al 30 settembre si rende necessaria poiché la decisione della Commissione Europea sull’estensione delle nuove soglie del Quadro Temporaneo agli aiuti già autorizzati non sarà adottata entro tale termine. Solo a seguito dei chiarimenti che saranno forniti tenendo conto della decisione della Commissione, le imprese potranno valutare se hanno correttamente fruito dell’esenzione prevista dall’art.24 del DL 34 del 19 maggio 2020 (Decreto »Rilancio«) o se invece dovranno versare, in tutto o in parte, l’Irap non pagata nel 2020». 
 
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“Ora basta con il circo mediatico”.  
 
Il J’accuse dei pm sul caso Denise 
 
La richiesta di archiviazione della procura di Marsala per Anna Corona e Giuseppe Della Chiave nell’inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone ha il sapore di una vera e propria requisitoria contro giornali e Tv 
La richiesta di archiviazione per Anna Corona e Giuseppe Della Chiave nell’inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone apre uno squarcio sulla morbosità con cui media e talk show hanno alimentato per anni e alimentano tuttora accuse e sospetti sulla vicenda. Nell’atto, la Procura di Marsala ha sottolineato infatti che «l’influenza dei media è a tale punto che essi non si limitano a raccontare gli eventi piuttosto, spesso, in una gara a chi arriva prima tra diverse testate giornalistiche, a provocarli. E tali eventi hanno pure una sgradevole referenza sulle indagini in corso». 
 
Una strigliata, per usare un eufemismo, nei confronti dei salotti televisivi protagonisti di un certo modo di fare informazione e intrattenimento, quell’infotainment tante volte citato nelle quotidiana requisitoria contro la cattiva informazione ma mai davvero contrastato nel mondo dei media. Fino a che, come in questo caso, arriva una Procura a denunciarne l’abuso. Anna Corona è la madre di Jessica Pulizzi, processata e poi assolta per concorso nel sequestro della bambina, ed è la ex moglie del padre naturale di Denise. All’epoca era dipendente di un hotel, era stata accusata da una turista di averle vista mentre qualcuno le urlava «perché l’hai portata qui?», con il pianto di una bambina in sottofondo. Tutto falso, mentre è vero che la turista quel primo settembre 2004 non era a Mazara, come testimonia un prelievo bancomat. 
«Sono stata martellata da trasmissioni televisive che non fanno altro che parlare del sequestro di Denise e ho ritenuto che fosse giusto fare quello che ho fatto», ha ammesso la sedicente turista. Anche la richiesta di archiviazione per Giuseppe Della Chiave si basa su un contesto simile. Lo zio Battista, sordomuto, aveva testimoniato di averlo visto con Denise su uno scooter lo stesso giorno della scomparsa. Successivamente è arrivata una mail in cui in cui una donna diceva di averlo visto a Pescara, in compagnia di Denise.  
 
Illazioni che la Procura ha bollato come false ma che rendono l’idea, una volta di più, di quanta morbosità ci sia nella ricerca di un colpevole, nel tentativo di far luce laddove, dopo diciassette anni, di luce non se n’è vista ancora. 
 
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Morisi, Renzi, Verdini: come un pugile suonato il Fatto spara nel mucchio 
 
Dopo lo choc della sentenza sulla trattativa Stato Mafia, il giustizialismo italiano prova a riannodare i pensieri e a far ripartire la giostra. Così il Fatto di Marco Travaglio oggi rilancia un potpourri di provvedimenti giudiziari che non hanno alcuna relazione tra loro 
Ancora sotto choc per la storica sentenza sulla trattativa Stato Mafia, il giustizialismo italiano prova a riannodare i pensieri e a far ripartire la giostra. Ma l’impressione è che nulla sarà più come prima, la “spinta propulsiva” del populismo penale sembra infatti che stia per esaurirsi. E come spesso accade nei momenti di cambiamento, gli sconfitti alzano il tiro, si radicalizzano, incapaci di accettare la realtà. Rabbia, confusione, senso di vuoto, i giudici della Corte d’assise di Palermo hanno decisamente ingolfato la vecchia, gioiosa macchina del fango che ora gira a vuoto. E come un pugile suonato mulina colpi contro tutto e tutti. 
 
La prima pagina di oggi del Fatto Quotidiano è l’emblema di questo smarrimento; il giornale diretto da Marco Travaglio da giorni listato a lutto, tenta uno scatto di reni e titola: “La giustizia funziona, panico tra i 2 Matteo”, buttando in un unico calderone le disavventure del leghista Luca Morisi, indagato per possesso e cessione di stupefacenti e il rinvio a giudizio di Tiziano Renzi per l’affare Consip. E per non farsi mancare niente, nel mucchio occhieggia anche la condanna a un anno per turbativa d’asta a Denis Verdini (sempre per il caso Consip) nonché gli arresti dell’ex commissario straordinario dell’Ilva di Taranto Enrico Laghi, accusato di corruzione. Praticamente un dispaccio generale delle procure, un potpourri di provvedimenti giudiziari che non hanno alcuna relazione tra loro se non il fatto che riguardino dei conclamati avversari politici di Travaglio e soci. Per i quali la giustizia «funziona» soltanto quando indaga, rinvia a giudizio e condanna. Mai quando archivia, proscioglie o assolve. 
Vitam impendere vero (sacrificare la vita per la verità) recitava l’exergo dell’Ami du Peuple, il quotidiano diretto da Jean-Paul Marat che nel 1792 condusse una violenta campagna contro le sentenze troppo miti dei giudici parigini nei confronti di aristocratici, preti, e fiancheggiatori dell’ancien régime.  
 
Per loro non bastava la galera, ci voleva la decapitazione. Così il giornale lancia un appello ai rivoluzionari affinché venga fatta giustizia. Tra il 2 e il 6 settembre le prigioni sono assaltate, oltre 1500 persone vengono trucidate. Poiché la Storia si ripete in farsa, nessuno potrebbe mai sospettare il Fatto di simili efferatezze , ma di sicuro per i giustizialisti italiani vale lo stesso monito con cui Charlotte Corday si rivolse a Marat prima di assassinarlo: «La rivoluzione mangia i suoi figli». 
 
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Grazie per aver letto 
 
 
29 Settembre  2021