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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Feltri rischia davvero il carcere? 
di Ninni Raimondi
 
Piuttosto che andare in galera mi sparo”. Feltri rischia davvero il carcere? 
 
“Piuttosto che andare in galera mi sparo alla testa”. E’ quanto dichiarato da Vittorio Feltri ai microfoni di Radio Radio. Il fondatore di Libero si riferisce così alla richiesta del Tribunale di Catania di 3 anni e 4 mesi di carcere per il titolo “Patata bollente” – del 10 febbraio 2017 – rivolto a Virginia Raggi. 
 
“Questa richiesta non me la spiego assolutamente. Tra l’altro c’è anche un piccolo particolare che trascurano anche i media: quando uscì quel titolo ‘Patata bollente’ non ero il direttore responsabile, ero il direttore editoriale. Il direttore responsabile era Senaldi, per lui sono stati chiesti 8 mesi di galera (che sono una follia) e per me 3 anni e 4 mesi di detenzione”, fa poi notare Feltri. 
 
Feltri: Io in carcere? Quel titolo era scherzoso” 
I giudici di Catania si pronunceranno il prossimo 5 ottobre sulla querela per diffamazione da parte del sindaco di Roma nei confronti di Feltri. 
“Virginia Raggi insiste. Mi attribuisce – ha scritto ieri il fondatore di Libero – la responsabilità di un titolo di cui non posso essere responsabile in quanto non ero direttore responsabile. Titolo che per altro non mi sembra offensivo ma semplicemente scherzoso visto che la patata bollente o fredda è solamente un tubero, che con il sesso non ha alcuna attinenza. Segnalo poi al sindaco di Roma che la Corte costituzionale ha emesso una sentenza con la quale dichiara che non si può punire col carcere un giornalista”. 
 
La sentenza della Corte costituzionale 
Feltri si riferisce alla sentenza della Corte costituzionale numero 150 del luglio 2021 dichiara di fatto illegittimo l’articolo 13 della legge sulla stampa, precisamente la numero 47 del 1948. Al contrario i pm punterebbero ad applicare proprio quella norma che prevede “pena della reclusione da uno a sei anni e quella della multa” per i casi di diffamazione compiuta “col mezzo della stampa”. 
 
E ancora Feltri: “Io non ho alcuna ostilità nei confronti delle donne come dimostra tutta la mia attività. Al massimo – scrive – esprimo dissenso nei confronti di quelle che commettono errori. Capisco la soddisfazione della Raggi davanti alla richiesta del Pm di mandarmi in galera, così commettendo un abuso. Il senso della legalità non ce l’hanno tutti purtroppo. Ride bene chi ride ultimo”. 
30 Settembre  2021