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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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New name, same shit  
di Ninni Raimondi
 
New name, same shit (Nuovo nome, stessa merda): La verità dietro il nuovo nome di Facebook 
 
Si fa un gran parlare del nuovo nome di Facebook ma noi sappiamo benissimo che dietro questo rebranding si nasconde la solita "merda" (così recita il testo i inglese), propinata da Zuckerberg: dittatura del pensiero unico e censura per tutti i non allineati. Un pacchetto che verrà potenziato.  
 
Anzi, letteralmente “aumentato”.  
Vediamo perché. Intanto registriamo l’entusiasmo dei media nostrani, così provinciali e appecoronati a un social che di fatto è peggio di una dittatura comunista.  
Dietro le bandiere arcobaleno e gli slogan liberal infatti si cela un potere enorme, incontrastato. In grado di condizionare il mondo occidentale.  
Veicolando peraltro messaggi nefandi e distruttivi dei valori “normali” di una società. Il tutto poi – sia chiaro – per fare soldi. Tantissimi soldi. 
 
Facebook cambia nome ma resta la stessa merda di prima. Anzi, peggio 
Rebranding per Facebook dunque. Usiamo questa parola inglese perché rende perfettamente la schifosa operazione di Zuckerberg.  
Schifosa perché dietro il cambio di nome c’è il tentativo di far dimenticare i recenti scandali.  
Come quello sulla censura social risparmiata ai profili di gente famosa e influente. Persone intoccabili che potevano esprimersi liberamente a dispetto dei rigidi standard del social. Persone ovviamente allineate con Zuckerberg e tutto quello che è liberal, pro Lgbt e mondialista.  
 
Ma schifosa, come operazione, anche e soprattutto perché ora il padrone di Facebook punta a creare un’unica mostruosa creatura online che raggruppi gli altri social di cui è proprietario – Instagram e Whatsapp – per fonderli con la realtà virtuale di Oculus. 
 
Dietro il nuovo nome c’è il progetto metaverso 
Secondo quanto riporta il sito Usa di tecnologia The Verge, il nuovo nome della piattaforma unica sarà annunciato molto presto.  
Forse in occasione dell’appuntamento annuale di Facebook per gli sviluppatori: Connect, che si terrà il 28 ottobre.  
L’obiettivo è sviluppare il cosiddetto metaverso, un nuovo ambiente che vedrà l’interazione tra il mondo fisico e quello virtuale. Un universo digitale parallelo dove Zuckerberg insomma potrà fare ancor più il buono e cattivo tempo. Un “luogo” dove gli utenti potranno interagire passando da uno strumento tecnologico all’altro, allontanandosi ancora di più dal mondo reale. Con l’aggravante che il metaverso farà credere a tutti di essere più reale della realtà. Un Second Life che diventa Life a tutti gli effetti. Non possiamo neanche immaginare tutto ciò cosa comporterà in termini di flusso di dati degli utenti e possibile compravendita di informazioni sensibili, come già successo con lo scandalo Cambridge Analytica. Il mostro di Zuckerberg sarà una gigantesca macchina da soldi, a prescindere. 
 
Il nuovo mostro online potrebbe chiamarsi Horizon 
C’è un altro aspetto di cui tener conto, dietro le lucette abbacinanti della nuova tecnologia: le rogne legali che Zuckerberg ha con i vari marchi che possiede. Con il rebranding e il raggruppamento delle società in una nuova di pacca, l’ad di Facebook potrà ripartire più strafottente di prima verso nuovi orizzonti.  
Non a caso il nome che circola per questa nuova mefitica creatura è Horizon. Come nella migliore tradizione dei racconti distopici, un nome positivo per qualcosa di terribile.  
 
Un concetto rassicurante, che fa sognare quasi.  
Ma che invece è una trappola per farti controllare ancora di più e farti spendere ancora di più. E’ il nuovo american dream, insomma.  
 
Ancora più da incubo. 
21 Ottobre  2021