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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Disastro reddito di cittadinanza 
di Ninni Raimondi
 
Disastro reddito di cittadinanza, a Barletta un furbetto su 5 è mafioso 
 
L’ormai sempre più estesa collezione di indebiti percettori del reddito di cittadinanza si allunga: dopo immigrati clandestini, giocatori d’azzardo, usurai, o semplici non aventi diritto, arriva il turno, nientemeno, che dei mafiosi col vizietto di farsi accreditare il sussidio di casa Cinquestelle. La misura che nella mente dei grillini avrebbe dovuto contribuire a sconfiggere la povertà e ad avviare al lavoro migliaia di persone, giorno dopo giorno, dimostra le sue ignobili crepe. 
 
Barletta, un percettore indebito su 5 è mafioso  
In questo caso, è stata la Guardia di Finanza di Barletta a far emergere una vicenda dai contorni decisamente inquietanti. Grazie ad una serie di controlli articolati nel corso dei mesi, i finanzieri della città pugliese hanno individuato ben 290 persone, risultate indebite percettrici del reddito di cittadinanza. Di questi una percentuale assai elevata — ben il 20% — sono mafiosi o familiari di appartenenti a clan mafiosi. 
 
Una sinistra ombra sul sussidio 
La percentuale, come detto, è assai elevata e finisce inevitabilmente per gettare una sinistra ombra sul reddito di cittadinanza. Il quale, da mezzo di contrasto della povertà, finisce per operare anche come sostentamento per malavitosi e mezzo di finanziamento di traffici illeciti. Ciò che in particolare inquieta, è senza alcun dubbio da un lato la modalità di accesso alla misura: la mera autodichiarazione, senza controlli ravvicinati nel tempo, porta alla indebita percezione di massa. Elevatissima la cifra complessivamente percepita dai non aventi diritto: ben un milione e novecentomila euro, molti dei quali — c’è da scommetterci — potrebbero aver contribuito ad innalzare il giro di affari dei clan criminali della zona. 
 
Un fiume di soldi 
Al termine delle verifiche, i finanzieri hanno inoltrato alla Procura della Repubblica di Trani e di Foggia una informativa di reato e hanno proceduto a segnalare all’Inps i nominativi dei soggetti ritenuti privi del diritto di accesso al reddito di cittadinanza, ai fini della revoca del provvedimento e dei suoi benefici. Dei segnalati, ben cinquanta risultano gravati da precedenti penali riguardanti la mafia. Spesso, come raccontano le cronache di Napoli e dalla Sicilia, i mafiosi intimidiscono i dipendenti dei Caf, da cui fanno istruire le pratiche per la richiesta del reddito di cittadinanza, con la spiacevole conseguenza di un autentico buco nei conti dell’INPS. 
3 Novembre  2021