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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Tregua Salvini-Giorgetti 
di Ninni Raimondi
 
Tregua Salvini-Giorgetti. Ma lo scontro è solo rimandato 
 
Tregua tra Salvini e Giorgetti, al consiglio federale della Lega passa all’unanimità la linea del leader: scontro rimandato. “La Lega è una, è la casa di tutti noi e Salvini ne è il segretario. Saprà fare sintesi“. Così il ministro dello Sviluppo economico, che in questi giorni ha duramente criticato la linea del segretario, soprattutto in Europa. Dal canto suo, il leader incassa la “totale fiducia” di tutti, su tutta la linea. Dunque, taglio delle tasse e lavoro, una manovra “alla quale stare molto attenti”, fino al neogruppo sovranista da costruire in Europa. Su questo fronte, Salvini critica Giorgetti che vorrebbe il Carroccio nel Ppe. “Il Partito popolare non è mai stato così debole, è impensabile entrarvi anche perché è subalterno alla sinistra. E noi siamo alternativi alla sinistra“. 
 
Al consiglio federale della Lega passa all’unanimità la linea di Salvini 
Insomma, se per Giorgetti il leader della Lega è Bud Spencer e non certo un attore da Oscar, nel suo partito almeno per adesso Salvini è protagonista assoluto. Nonché vincitore della prova di forza, della conta di chi è con lui e chi contro di lui. Il segretario dunque ribadisce la prossima nascita di un gruppo dei sovranisti all’Europarlamento, che Salvini definisce “identitario e conservatore“. “Non inseguiamo la sinistra – ribadisce il leader della Lega – perché così facendo perdiamo…”. “Non so gestire i rapporti con i giornalisti…”, ammette dal canto suo Giorgetti, scusandosi per le parole contro il segretario. 
 
“Ascolto tutti ma poi decido io” 
Salvini dunque conferma la conferenza programmatica di dicembre che servirà “per sancire, aggiornare e decidere i binari su cui viaggiamo”. “Procediamo con l’unità del centrodestra, la Lega vanta più di 100mila iscritti e più di 800 sindaci”. Poi la sintesi finale: “Ascolto tutti ma poi decido io. La visione della Lega è vincente, ne sono convinto“. Tutti d’accordo. Alle 23 finisce la riunione fiume e il consiglio federale “vota all’unanimità la condivisione della linea politica, affidando mandato pieno al segretario Salvini sulla via della Lega nazionale”. Insomma, nessuno ha sfidato Bud Spencer e non sono volati cazzotti. Ma lo scontro è solo rimandato. 
 
Maroni: “Ha ragione Giorgetti, così il Carroccio finirà isolato” 
Sì, perché – come dice anche Roberto Maroni, intervistato da Repubblica – “Giorgetti ha ragione, così il Carroccio finirà isolato. Salvini non deve ascoltare solo gli yes men”. Tra i fondatori della Lega ed ex segretario federale, Maroni la sa lunga. Non solo sul Carroccio. Non a caso spiega che se Salvini desse retta a Giorgetti, aderendo al Ppe e spostandosi al centro, andrebbe ad occupare il posto che gli spetta nel centrodestra. Ossia quello di Forza Italia. Anche perché a destra, dove Salvini vorrebbe restare, c’è già FdI. E la Meloni quei voti non li molla. Semmai, ne sottrae altri alla Lega. Salvini prossimo Berlusconi, insomma. 
 
Tregua Salvini-Giorgetti, scontro rimandato 
Giorgetti nella Lega ci resta. E per il suo progetto centrista non ha fretta. Salvini per ora resta il leader indiscusso – come sottolinea Zaia, per adesso “i voti li prende lui” – e il ministro dello Sviluppo economico si è allineato come tutti. Né il segretario lo ha trattato come un Fini qualsiasi, che all’epoca si fece cacciare da Berlusconi per poi suicidarsi con Futuro e libertà. La vera partita nella Lega è quella che si dovrà giocare per le prossime elezioni politiche. Fino ad allora – e Giorgetti lo sa meglio di altri – c’è tempo: Draghi arriverà tranquillamente a fine legislatura. Dopo di che scatterà il reset dei partiti, rimasti a lungo sospesi. Grazie al deus ex machina tecnocrate voluto dal Colle e da Bruxelles. Quando tornerà in campo la politica programmatica e non quella degli slogan di piazza sarà la volta dei Giorgetti. E riprenderà lo scontro con Salvini. A quel punto vedremo chi avrà la meglio. Vedremo se la Lega resterà schiacciata sulle posizioni già occupate da FdI o guarderà al grande vuoto lasciato da Forza Italia. 
5 Novembre  2021