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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Green pass solo per i vaccinati 
di Ninni Raimondi
 
Green pass solo per i vaccinati, tampone solo per andare a lavoro. Ecco quello che rischiamo 
 
In arrivo il nuovo decreto con la stretta sui non vaccinati: green pass valido solo per chi ha fatto il vaccino e tampone valido solo per andare a lavoro, è questo lo scenario più plausibile. Governo e regioni sono d’accordo, il giro di vite su chi non ha ancora fatto il vaccino sarà molto duro: senza green pass non si potrà fare alcuna attività sociale, dall’andare al ristorante e al cinema all’andare allo stadio, in palestra o a sciare. Altra decisione che imprime una accelerazione alla campagna vaccinale, anticipare la terza dose dopo soli cinque mesi dalla seconda. Ma il governo sta valutando anche se estendere l’obbligo vaccinale – in vigore per il personale sanitario, terza dose compresa – ad altre categorie professionali. Come il personale scolastico, le forze dell’ordine o i dipendenti pubblici allo sportello. 
 
Stretta contro i non vaccinati, regioni tutte d’accordo 
A dare il polso della situazione è il governatore toscano Eugenio Giani, tra i più duri contro i non vaccinati. “Chi ha il green pass con il tampone può andare al lavoro, a scuola, a fare la spesa. Ma non partecipare alla socialità, dallo sport alla palestra o discoteche; non andare nei luoghi pubblici della cultura come cinema, musei, teatri”. Così l’esponente dem dopo l’incontro con il governo, chiarendo che “tutte le regioni sono d’accordo, c’è solo chi spinge sulla persuasione verso i non vaccinati. E intanto c’è la certezza che si potrà accelerare sulla terza dose, facendola dopo 5 mesi dalla dose precedente e non dopo sei mesi come finora”. Giani riporta che “c’è unanimità sulla necessità di restrizioni verso chi non è vaccinato. Io ho chiesto che le limitazioni valgano da subito, non quando una zona diventa arancione, o gialla, come vogliono alcuni governatori”. 
 
Arriva il super green pass (solo per vaccinati e guariti dal Covid) 
Dopo la cabina di regia politica di domani, il nuovo decreto dovrebbe arrivare con il Cdm di giovedì. Tra le novità, quella del super green pass, ossia la certificazione verde rilasciata solo a chi è vaccinato o guarito dal Covid. L’esecutivo deve soltanto decidere se le nuove regole scatteranno quando una regione entra in zona gialla o arancione, come chiedono tanti governatori, o se debbano valere per tutti, da subito, con l’Italia tutta in zona bianca. “Restrizioni da subito per i non vaccinati a prescindere dal colore”, chiede il governatore della Calabria Roberto Occhiuto (Forza Italia). 
 
Potrebbe tornare l’obbligo della mascherina all’aperto 
Tra le altre misure, il governo potrebbe fare dietrofront sulla mascherina all’aperto, ripristinando l’obbligo per tutti, sull’intero territorio nazionale. A chiederlo è per esempio il governatore veneto Luca Zaia (Lega). Una misura a dir poco inutile, se non ridicola, considerato che con il freddo all’aperto il virus non sopravvive. E’ già deciso invece l’anticipo della terza dose dopo soltanto cinque mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario. L’Aifa ha dato il via libera “in un’ottica di massima precauzione”. Il ministro della Salute Roberto Speranza invece scalpita per ottenere l’ok per la terza dose per tutti, senza più limiti di età. Sul frote dei contagi, poi, per salvare le attività commerciali, i governatori hanno chiesto maggiori controlli per chi arriva dagli Stati esteri dove alto è il numero dei positivi. 
 
Verso la riduzione della validità dei tamponi: da 72 a 48 ore il molecolare, da 48 a 24 l’antigenico 
Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale generalizzato, sul modello dell’Austria, Confindustria e la Cgil sono d’accordo nel chiederlo al governo, che invece per ora sta valutando l’estensione solo ad alcune categorie professionali. Sarebbe quasi impossibile invece imporre il green pass per autobus e metropolitane, come fa presente il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini. Ultima questione, la durata dei tamponi, che potrebbe scendere da 72 a 48 ore per i molecolari e da 48 a 24 per gli antigenici. Una via crucis dunque per i lavoratori costretti a fare il tampone tutti i giorni. Mossa anche questa per costringere a fare il vaccino chi non lo ha ancora fatto. 
 
23 Novembre  2021