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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Grillo indagato: nelle chat pure Toninelli 
di Ninni Raimondi
 
Grillo indagato: nelle chat pure Toninelli. “Avrebbe tentato di influenzare il governo Conte in favore di Moby” 
 
Pressioni sui parlamentari M5S e sull’allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, partite dal fondatore di Moby Vincenzo Onorato e veicolate dal fondatore del Movimento Beppe Grillo, in cambio di soldi per il suo blog tramite contratti pubblicitari. Sarebbe questo il giro di “mediazioni illecite” sui cui stanno indagando gli inquirenti. A quanto pare però non è stato sequestrato il cellulare di Grillo, indagato per traffico di influenze illecite. Questo perché gli inquirenti contano di trovare le prove nelle chat che coinvolgono il garante dei 5 Stelle sugli altri cellulari sequestrati. 
 
Grillo indagato: avrebbe tentato di influenzare il governo Conte in favore di Moby 
Nell’inchiesta della procura di Milano, l’accusa ipotizza che Onorato (anche lui indagato) abbia tentato di influenzare le politiche del governo Conte in tema di interventi in favore di Moby, in cambio di contratti pubblicitari a Casaleggio Associati srl e a Beppe Grillo srl per un milione e 50mila euro. A ricevere le richieste via chat da Grillo sono anche figure di spicco dell’allora governo Conte I. Fra i destinatari delle pressioni di Onorato – secondo quanto riporta Repubblica – anche il ministro Toninelli (non indagato). Il quale, proprio in quel periodo, era impegnato in un braccio di ferro con l’armatore sul tema del rinnovo di concessioni delle tratte. 
 
Il fondatore del M5S “ha veicolato le richieste di Moby a parlamentari in carica” 
Attiva sulle vicende di Moby era stata anche Carla Ruocco, che in passato fu anche nel direttorio del M5S e che in Parlamento aveva dato seguito alle richieste di Grillo. Importanti ai fini delle indagini le date: l’efficacia del contratto che Moby sottoscrive con la Beppe Grillo srl va dal primo marzo 2018 al primo marzo del 2020, il governo Conte I resta in carica dal giugno 2018 al settembre 2019. Sotto inchiesta, i contratti 2018 e 2019 da 120mila euro annui tra Moby e il blog Beppegrillo.it. “Grillo – scrive la procura – ha ricevuto da Onorato richieste di interventi in favore di Moby, che ha veicolato a parlamentari in carica, trasferendo quindi al privato le risposte della parte politica o i contratti diretti con quest’ultimo”. 
 
“I contratti ritenuti illeciti per l’entità degli importi e per la loro genericità” 
Ancora, “nel triennio 2018-2020”, viene sottoscritto un ulteriore contratto tra Moby e Casaleggio Associati. Un accordo da 600mila euro annui, “più Iva e fees aggiuntive per la stesura di un piano strategico e per l’attuazione di strategie” sulla bontà degli sgravi fiscali per le compagnie marittime italiane. Contratti ritenuti illeciti sia “per l’entità degli importi versati o promessi da Onorato”, sia “per la genericità dei contratti”. Ma anche per la mediazione di Grillo, “finalizzata a orientare l’azione pubblica di pubblici ufficiali”. 
 
Ad aumentare le pene per il reato per cui è indagato Grillo è stato l’ex ministro M5S Bonafede 
Le pene per il reato di traffico di influenze illecite sono state aumentate di recente: la pena massima è passata da tre a quattro anni e mezzo. Il giro di vite è stato voluto dall’allora ministro grillino della Giustizia Alfonso Bonafede. Tornando alle chat, il Corriere spiega perché i magistrati non hanno sequestrato il telefono cellulare di Grillo. Si tratta di una mossa per non finire nel mirino per le possibili intrusioni nella privacy. Visti anche i contatti autorevoli che il fondatore del M5S mantiene al telefono. E vista anche la vicenda giudiziaria che vede coinvolto il figlio Ciro. 
 
Sequestrati i cellulari di cinque persone (non indagate) 
Le chat dovrebbero comunque essere rinvenute negli apparecchi delle cinque persone (non indagate) a cui sono stati sequestrati. Sono Nina Monti, grafica web del blog Beppegrillo.it, Luca Eleuteri, socio fondatore della Casaleggio. Nonché Achille Onorato, figlio di Vincenzo, amministratore delegato della compagnia, Annamaria Barrile, responsabile delle relazioni istituzionali, e Giovanni Savarese, capo dell’ufficio stampa. Obiettivo degli inquirenti è capire se e come le “richieste di favori” siano state condizionate dai contratti in essere. Che, secondo la procura, sono economicamente sproporzionati rispetto alla reale offerta di servizi. 
 
19 Gennaio  2022