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Green pass senza scadenza per chi ha la terza dose 
di Ninni Raimondi
 
Green pass senza scadenza per chi ha la terza dose (almeno fino alla quarta) 
 
Green pass senza scadenza per chi ha fatto la terza dose: a quanto pare il governo avrebbe deciso, tuttavia dipende ovviamente se servirà o meno la quarta dose. In ogni caso nei prossimi giorni il governo deciderà se varare il provvedimento che allunga a tempo indeterminato la validità della certificazione verde. Ma l’esecutivo Draghi dovrà anche decidere se rinnovare l’ordinanza che impone l’obbligo di tampone a chi entra nel nostro Paese, anche se cittadino Ue in possesso di green pass. Ordinanza che scade il 31 gennaio. Tutti temi all’ordine del giorno della riunione con i presidenti di Regione convocata per domani. L’altro è l’abolizione delle fasce di colore che prevedono restrizioni, ormai obsolete, vista la segregazione dei non vaccinati inflitta con il super green pass. 
 
Green pass senza scadenza per chi ha fatto la terza dose 
Il decreto in vigore prevede che dal 1° febbraio la certificazione verde sia valida sei mesi anziché nove. Ma per molti cittadini a metà marzo scadrà la certificazione e al momento non c’è alcuna autorizzazione alla somministrazione della quarta dose. Ecco perché il governo sta valutando di renderlo valido fino a che non saranno prese decisioni sull’eventuale nuovo richiamo. Il via libera al booster è arrivato a metà di settembre e quindi nelle prossime due settimane si dovrà procedere con l’estensione della validità, visto che secondo i calcoli del ministero della Salute almeno 100mila persone sarebbero costrette a fare il tampone per lavorare, ma anche per poter svolgere tutte le altre attività della vita quotidiana. 
 
Servirà come al solito il parere del Cts 
Nei prossimi giorni il governo chiederà un parere al Comitato tecnico-scientifico per avere indicazioni. L’ipotesi più probabile è che per chi ha effettuato tre dosi non venga fissata una nuova scadenza, almeno fino a quando non sarà chiaro quali saranno i prossimi passi della campagna vaccinale. Ciò significa che se alla fine si dovesse accantonare l’ipotesi di una quarta dose, chi ha fatto tre dosi sarà dotato di green pass fino a che resterà in vigore il sistema della certificazione. 
 
Quarta dose, decidono Ema e Aifa 
E proprio per quanto riguarda la quarta dose, dovranno essere l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, e l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, a decidere se sarà opportuno autorizzare una ulteriore dose di vaccino. Solo in quel momento si valuterà un’eventuale revisione del green pass. Fino ad allora la linea è procedere mantenendo la validità di sei mesi per chi ha ricevuto due dosi e nessuna scadenza per chi ne ha avute tre. Una mossa, ovviamente, per spingere i cittadini a fare la terza dose. A tal proposito va detto che l’Ema non sembra orientata verso un sì alla quarta dose per tutti, perché troppi richiami sono “insostenibili”. 
 
Tampone per entrare in Italia, verso abolizione? 
Occhi puntati sul ministro della Salute Roberto Speranza in merito all’obbligo di tampone per entrare in Italia. Speranza affronterà il problema con i presidenti di Regione, i quali chiedono di eliminarlo “perché crea ostacoli all’arrivo dei turisti”. Ma il ministro tanto per cambiare è abbastanza restio. Molti Paesi europei invece hanno già allentato le restrizioni. Non è escluso dunque che venga stilata una nuova lista di Stati a rischio per cui è necessario effettuare il tampone, lasciando per gli altri Paesi soltanto l’obbligo di presentarsi con il green pass. Anche perché la maggior parte dei Paesi Ue ha lasciato la validità della certificazione verde a nove mesi. E nei prossimi giorni Bruxelles eliminerà la mappa del contagio come criterio per le restrizioni. 
 
Fasce di colore delle regioni, i governatori chiedono l’abolizione 
Oggi entrano in zona arancione Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia, che vanno ad aggiungersi alla Valle d’Aosta. In queste aree le restrizioni previste valgono solo per chi non è vaccinato o guarito, quindi non ha il super green pass. Da giorni i governatori chiedono di eliminare il sistema che impone un cambio di fascia se le strutture sanitarie sono in affanno rivedendo i criteri di conteggio dei positivi, in particolare non inserendo nel conto gli asintomatici. Stesso discorso vale per i ricoveri: bisogna distinguere chi è in ospedale perché ha il Covid da chi è entrato per altre ragioni e poi risulta positivo. 
 
24 Gennaio  2022