Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie.. 
 
 
 
 
 
La dignità della parola è stata abolita dal pensiero unico 
di Ninni Raimondi
 
La dignità della parola è stata abolita dal pensiero unico 
 
Nel corso degli ultimi mesi abbiamo spesso osservato la leggerezza con cui l’opinione pubblica è riuscita a screditare immagine e valore delle visioni esposte da chiunque non fosse allineato al pensiero unico dettato dal mainstream, soprattutto in ambito dell’emergenza sanitaria. L’avvento della pandemia ha fornito di fatto l’alibi perfetto per introdurre una sorta di “vocabolario dell’informazione” con all’interno prassi, opinioni ritenute veritiere e quasi incriticabili, oltre che una visione sociale volta all’annullamento – ove ritenuto necessario – delle libertà personali e della scelta individuale anche in materia di tutela della propria salute. 
 
C’era una volta la dignità della parola 
L’aspetto maggiormente preoccupante di quanto espresso è rappresentato dall’accoglienza spesso favorevole con cui tale indirizzo è stato accolto dalla stessa società. Giudicare e magari offendere o umiliare volti anche noti ritenuti fino ad oggi di pregevole valore in ambito sportivo, scientifico, culturale e giuridico si è rivelata opportunità ghiotta quanto fattibile per coloro che adorano seminare odio, moralismo e giudizio negativo verso chi abbia opinioni differenti dalle proprie. Una preziosa critica a riguardo è arrivata anche dall’avvocato Fabio Garaventa, che ha osservato a più riprese che se la libertà di parola è in effetti ancora concessa ai più, la dignità di essa è andata di fatto perduta. 
 
Il pensiero unico non ammette opposizione 
Pericolosa deriva che rischia di compromettere la libertà d’espressione e il confronto popolare e istituzionale, ritenuto giustamente il sale della democrazia. Infatti, concedere la libertà di parola per poi mettere alla gogna anche illustri esperti che espongano tesi in contraddizione con il pensiero di media, esponenti della maggioranza governativa e giornaloni, quasi equivale a privarla del tutto. Inoltre, in una nazione già affetta da una profonda crisi sociale ed economica l’azzeramento di un pensiero d’opposizione rischia di omettere soluzioni alternative quanto valide che possano dirigerci verso l’uscita dal pericoloso tunnel censorio in cui siamo impantanati. 
 
29 Gennaio  2022