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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Siria, raid Usa 
di Ninni Raimondi
 
Siria, raid Usa: 13 morti di cui 6 bambini. Ucciso anche il capo dell’Isis? 
 
Gli Stati Uniti tornano a bombardare la Siria. Almeno 13 persone, tra cui 3 donne e 6 bambini, sono morte nei pressi del villaggio di Atma, nella campagna a nord di Idlib. Si tratta di una zona molto vicino al confine con la Turchia, costellata da diversi campi profughi. Quello di oggi è senza alcun dubbio il raid Usa più significativo dall’ottobre 2019, quando l’ex presidente Donald Trump annunciò l’uccisione del del sedicente califfo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi. 
 
Siria, il raid Usa nella provincia di Idlib 
Stando a quanto riferito da Sana, l’agenzia ufficiale siriana, il raid sarebbe stato compiuto da elicotteri militari statunitensi. Le forze speciali americane hanno contemporaneamente fatto irruzione nell’area bombardata e distrutto alcune case. Fonti locali hanno riferito a Sana che il numero delle vittime è destinato ad aumentare nelle prossime ore perché molte persone sono al momento disperse sotto le macerie delle abitazioni distrutte. 
 
Il Pentagono riferisce che i militari Usa hanno condotto con successo un’operazione antiterrorismo nella provincia di Idlib, specificando che non vi sono vittime tra i soldati americani. Poco fa il presidente Joe Biden ha annunciato di aver ordinato personalmente l’operazione e che l’esercito degli Stati Uniti ha “eliminato dal campo di battaglia” il nuovo capo dell’Isis 
Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi. “Tutti i soldati americani sono sani e salvi”, ha detto Biden, precisando che nelle prossime ore si rivolgerà alla nazione per fornire maggiori delucidazioni su quanto accaduto. Alcune fonti americane riferiscono che il capo dell’Isis non sarebbe stato ucciso dai soldati Usa ma si sarebbe suicidato al loro arrivo, facendo detonare un ordigno che aveva addosso. 
 
Il presunto capo dell’Isis  
Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi è in realtà il nome di battaglia di Amir Mohammed Abdul Rahman al-Mawli al-Salbi. Nato nella città irachena di Tal Afar da una famiglia turcomanna, al-Salbi era uno dei pochi non arabi nel direttivo dell’Isis. Conosciuto anche come Haji Abdullah, avrebbe scalato le gerarchie del gruppo jihadista grazie alla sua fama di studioso del Corano e in seguito a una laurea sulla sharia conseguita all’università di Mosul. Tra i fondatori dello Stato islamico, avrebbe poi guidato gli attacchi contro gli yazidi a Sinjar e nella piana di Ninive nel 2014. E sarebbe stato sempre lui ad aver supervisionato le operazioni terroristiche dell’Isis compiute in varie parti del mondo. Nell’estate 2020 venne chiamato a dirigere anche il Muslim Affairs dello Stato islamico, ricoprendo quindi il ruolo di guida operativa del gruppo jihadista di cui da sempre è considerato uno dei massimi ideologi. 
 
4 Febbraio  2022