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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Uomini ed eroi 
di Ninni Raimondi
 
Prima Guerra Mondiale 
Uomini ed eroi 
 
In questa Fotografia, alcuni Ufficiali Austroungarici posano in una trincea protetta da legname intrecciato, i cosiddetti "graticci". Da notare che il soldato inginocchiato impugna un fucile "Steyr Mannlicher M.95" con la bomba da fucile "Zeitzundergewehrgranate" pronta ad essere sparata. Nella cassa ci sono vari modelli di bombe a mano, tra cui le "Zeitzunderhandgranate" con manico. Fronte orientale, 1914/1916. 
La bomba da fucile "Zeitzundergewehrgranate" aveva involucro cilindrico di ghisa a frattura prestabilita, chiuso alla sommità da un tappo a vite sempre di ghisa, ma di forma conica e caratterizzato ai lati da due buchi rotondi. Alla base, da cui fuoriesciva quel che restava della miccia, era infilata una bacchetta di lancio in acciaio. 
 
La “Zeitzunder Gewehrgranate” modello 1915,  fu la bomba a mano austriaca da fucile utilizzata nella Prima Guerra Mondiale. Il sistema d’accensione a tempo dell’ordigno era il medesimo utilizzato per la precedente versione da lanciare a mano (“Zeitzunder Handgranate”) e consisteva in una miccia che veniva innescata mediante un’apposito accenditore a frizione. 
Esso era azionato dallo strappo deciso di alcuni spaghi, ricoperti di tela cerata e terminanti con una pallottola di piombo, che fuoriuscivano dal corpo metallico della bomba; nello strappo, le estremità interne di questi spaghi, spalmate di materia incendiaria, andavano a sfregare contro un pezzo di tela ricoperto di materia fosforosa che aderiva alla miccia, provocandone l’accensione.  
Nella versione da lanciare mediante fucile (come in foto), lo strappo non avveniva manualmente, ma era provocato in maniera automatica, al momento del lancio della bomba, dall’inerzia della pallottola di piombo fissata all’estremità della cordicella d’accensione. La bacchetta in acciaio veniva spinta nella canna del fucile sino a farla poggiare sulla cartuccia e il colpo andava sparato stando in ginocchio, in modo da appoggiare saldamente il calcio del fucile sul terreno, affinchè il forte rinculo venisse assorbito dal suolo. In caso di necessità o di mal funzionamento, si poteva anche togliere la bacchetta e lanciare semplicemente l’ordigno a mano. 
 
Trattandosi di una bomba a carattere difensivo, quindi dallo scoppio estremamente potente (le numerose schegge prodotte infatti si irraggiavano a distanza maggiore di quella a cui l’ordigno poteva essere gettato) una volta innescata doveva essere lanciata immediatamente ed esigeva la protezione del lanciatore dietro ad un qualsiasi riparo. 
I graticci di legno nelle trincee erano realizzati incrociando rami di piccole dimensioni. Nei manuali di guerra, per quanto riguardava la realizzazione delle trincee, era il metodo previsto per rinforzare le pareti. Questa trincea o camminamento fu realizzata avendo a disposizione molto tempo per la sua costruzione. Ovviamente in montagna o in zone tipo il Carso si vedevano parapetti in pietra. Questa tipologia di realizzazione era abituale sul fronte occidentale e meno usuale sul fronte Italiano  
 
18 Febbraio  2022