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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Bruxelles ci riprova con il Mes 
di Ninni Raimondi
 
Bruxelles ci riprova con il Mes, e Draghi dà il placet: ma allora a che serve il Pnrr? 
 
Il governo Draghi ha pronto un altro clistere per l’Italia: il Mes. Già: un po’ tutti pensavano che il famigerato Meccanismo europeo di stabilità fosse passato in cavalleria. Niente di più sbagliato. L’ex governatore della Bce, protagonista del «golpe bianco» del 2011, non intende lasciare le cose a metà: l’Italia va commissariata fino in fondo. Sia mai che torni un’altra coalizione gialloverde a guastare la festa ordoliberista organizzata da Bruxelles e dai falchi dell’austerità. 
 
Draghi vuole il Mes 
L’esecutivo capitanato da Draghi aveva annunciato di voler procedere alla ratifica del Mes già prima di Natale: «Il governo intende presentare il Ddl di ratifica alle Camere e auspica che il processo di ratifica abbia luogo nei tempi programmati», aveva infatti dichiarato il ministro dell’Economia Daniele Franco. «Fermo restando il ruolo importante del Parlamento», aveva aggiunto, tanto per ricordarci che Camera e Senato contano zero. La data fissata sul calendario è il 12 marzo, quando andrà in scena il vertice europeo di Parigi: Draghi ha tutta l’intenzione di presentarsi al summit con il via libera al Mes da parte della commissione Esteri. A quel punto, il «vincolo esterno» sarebbe blindato. E tanti saluti alla sovranità italiana. 
 
La Lega protesta 
In tutto questo, la Lega ha provato a rialzare la testa. «Il Mes non va ratificato, in nessun modo», ha tuonato Claudio Borghi, ribadendo la posizione del Carroccio. Del resto, incalza il deputato leghista, con i soldi del Pnrr, «a cosa serve il Mes?». In proposito Borghi è perentorio: «Nel caso qualcuno dopo due anni si fosse dimenticato, ricordo che il Mes è quella cosetta per cui alla prossima crisi (anche creata a tavolino) la Bce non compra più il nostro debito, lo spread va a mille e saremo costretti ad indebitarci da uno strozzino internazionale. Bello no?». Al momento, anche con una Lega contraria, la maggioranza vincerebbe in commissione con 31 voti contro 14. Solo qualche «franco tiratore» del M5S, di Forza Italia o del gruppo Misto potrebbe ribaltare la situazione. Scenario ancora tutto da verificare. Ma una cosa è certa: se il Mes passa, a Bruxelles devono innalzare a Draghi un monumento. La sottomissione dell’Italia sarebbe infatti completata. 
 
22 Febbraio  2022