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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Altro che gaffe, Biden insiste 
di Ninni Raimondi
 
Altro che gaffe, Biden insiste: “Non ritratto, Putin è un dittatore”. A che gioco giocano gli Usa? 
 
Joe Biden c’è o ci fa? E’ una domanda elementare, eppure inevitabile di fronte alle sue continue sparate incaute. Perché a ben vedere non si tratta di capire cosa il presidente degli Stati Uniti pensi davvero del suo omologo russo. In fin dei conti poco conta, di fronte a una fase delicatissima delle relazioni internazionali e soprattutto degli equilibri globali. Ieri sera, dopo il polverone scatenato pochi giorni fa a Bruxelles per aver definito Vladimir Putin un “macellaio” che “non può restare al potere”, l’inquilino della Casa Bianca è intervenuto di nuovo a gamba tesa. 
 
Biden insiste: “Non ritratto, Putin è un dittatore” 
“Un dittatore deciso a ricostruire un impero non cancellerà mai l’amore di un popolo per la libertà. La brutalità non distruggerà mai la volontà di essere liberi. L’Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia”, ha cinguettato Biden sul suo account Twitter @JoeBiden. Nota necessaria (vedremo perché): il presidente americano ha scritto questo commento sul suo account personale, non su quello ufficiale @POTUS. Sempre ieri, rispondendo alla stampa americana, Biden ha precisato: “Non ritratto nulla”, riferendosi alle sue parole pronunciate a Bruxelles. “Lo sdegno che ho sentito di fronte a quest’uomo”, era un’opinione personale, ma “non stavo indicando un cambio di regime politico”. Nessuna gaffe quindi. 
 
“Killer” Putin 
Tutto ebbe iniziò esattamente un anno fa, quando Biden definì Putin “un assassino”. L’occasione che fece aggressivo il sonnacchioso presidente Usa, fu una domanda di George Stephanopoulos, giornalista di Abc: “Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un killer?”. Risposta secca: “Lo penso” e “pagherà un prezzo”, per aver cercato di influenzare le elezioni presidenziali del 2020, risponde Joe Biden. Poi, alla domanda su quali sarebbero le conseguenze a cui sarebbe andato incontro il leader russo, il presidente Usa rispose: “Lo vedrete a breve”. Il Cremlino non fece attendere la propria replica, con Vyacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato, che tuonò via Telegram: “Putin è il nostro presidente e gli attacchi contro di lui sono attacchi contro il nostro Paese”. Su questo giornale, ma non fummo certo i soli, notammo che le dichiarazioni di Biden rischiavano di innescare una nuova guerra fredda. Il rischio, di fatto, era che i rapporti tra Stati Uniti e Russia tornassero glaciali. 
 
A che gioco giocano gli Usa 
Nessuno ha apprezzato le recenti parole del presidente americano. Da Macron a Scholz, passando per la Cina e le Nazioni Unite, sono arrivati commenti volti al ripristino della diplomazia di fronte a una guerra che rischia di avere contraccolpi devastanti oltre i confini ucraini. L’Onu ha saggiamente chiesto una “de-escalation militare e della retorica”, Pechino ha invocato “dialogo e negoziazione”, Macron ha parlato del rischio di “alimentare un’escalation di parole e azioni”. Ciò nonostante Biden insiste e continua a punzecchiare il presidente russo. Perché? Possibile che siano soltanto “opinioni personali”? 
 
Considerato il ruolo che ricopre e dando per scontata la consapevolezza di quanto possano incidere le sue parole in termini di rapporti internazionali, crediamo sia piuttosto difficile non pensare che Biden voglia in realtà provocare volutamente Putin. Un modo per metterlo ancor di più all’angolo, auspicando reazioni scomposte. Mossa pericolosa quella del presidente americano, molto pericolosa. 
 
Come accennato sopra, Biden ha poi attaccato di nuovo Putin dal suo account Twitter personale. Viene da chiedersi: è segno di frizioni con i funzionari della Casa Bianca e con il segretario di Stato Antony Blinken che lo avevano, ufficialmente, ricondotto a più miti consigli? Non è detto. Può darsi che in realtà l’operazione sia concertata e che Washington intenda mandare messaggi “sibillini” a Mosca. Quali, esattamente, è forse presto per dirlo. Oppure è già tardi, e non sarebbe una buona notizia. 
 
29 Marzo  2022