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Peschiera, gli immigrati frignano e incolpano gli italiani 
di Ninni Raimondi
 
Peschiera, gli immigrati frignano e incolpano gli italiani: “Ci ghettizzate e noi ci sfoghiamo così” 
 
Le molestie e il terrore di Peschiera sono colpa degli italiani, mica degli immigrati che le hanno commesse. Questa la sintesi, impietosa, riportata da Repubblica, che guarda caso intervista alcuni immigrati che esprimono commenti, per così dire, “coloriti” sulla vicenda di qualche giorno fa. 
 
Le molestie di Peschiera? Colpa degli italiani. “Normale che qualcuno si sfoghi” 
Tale Hassan (nome inventato) da Milano si “sfoga” sul quotidiano più petaloso del mondo così: “Quello che è successo è vergognoso, quelle molestie sono terribili, ma possibile che i riflettori si accendono solo quando scoppia il caos? Si svegliano solo adesso scoprendo la rabbia e la violenza che molti ragazzi stanno sfogando? Ma di noi non ha mai avuto pietà nessuno, dallo stesso momento in cui ci hanno sbattuti nei peggiori quartieri, possibilmente ammassando tutti insieme, per identificarci ancora meglio come immigrati, africani a vita. Alla fine, ce l’hanno fatta. Sono riusciti a farci credere di essere più africani che italiani. Non capisco quindi perché tutto sto scandalo”. 
 
In parole povere, secondo il signor Hassan, la responsabilità di quanto avvenuto a Peschiera non sarebbe neanche degli immigrati che l’hanno generata, ma degli italiani che li ghettizzano. “Sbattuti nei peggiori quartieri” poi fa abbastanza ridere, considerando come si sono sviluppate le graduatorie per le case popolari in molte città italiane negli ultimi anni, dando privilegio addirittura rispetto agli autoctoni. E Repubblica esulta. O magari, cerca minuziosamente casi come il suo. Perché è anche difficile pensare che tutti gli immigrati – soprattutto regolari – difendano o giustifichino così diffusamente, anche solo parzialmente, situazioni simili. 
 
“Mi sento africano e non italiano”. Ma dai? 
Il signor Hassan prosegue così: “Sì, mi sento africano, marocchino e non certo italiano. Non sono mica scemo. So come ci guardano gli italiani e, sinceramente, preferisco tenermi strette le mie origini”. Ovviamente se gli “italiani lo guardassero diversamente” (ma poi come lo guardano, questi benedetti italiani? Parole retoriche a caso cercasi), il dottor Hassan non vedrebbe l’ora di cantare l’inno di Mameli, di ricordare le gesta della Grande Guerra, di provare venerazione per Dante Alighieri o – per citare qualcosa di più popolare – esultare per una vittoria sportiva o calcistica azzurra. E noi gli crediamo, ci mancherebbe altro. 
 
Impossibile pensare che, forse, il signor Hassan non abbia nessun interesse a sentirsi italiano (cosa, peraltro, sacrosanta), ma che queste siano giustificazioni tirare in ballo nel momento più opportuno, specialmente se si tratta di una bella tegola sull’immigrazionismo di massa e sull’accoglienza indiscriminata a clandestini che non hanno alcun diritto a trovarsi qui. Per carità, che a pensar male si fa peccato. Però, in compenso, l’egregio Hassan ci ricorda che “le molestie sono terribili”. Grazie, esimio, le siamo molto grati. 
7 Giugno  2022