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Francia, ricorso in Cassazione contro no a estradizione ex terroristi rossi 
di Ninni Raimondi
 
Francia, ricorso in Cassazione contro no a estradizione ex terroristi rossi. Cosa succede adesso 
 
 
La procura generale di Parigi ha deciso di ricorrere in Cassazione contro il diniego all’estradizione dei dieci ex terroristi rossi. La scorsa settimana difatti, i giudici della Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi avevano negato l’estradizione in Italia degli ex militanti di estrema sinistra, tra cui il già Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato in Italia poiché considerato uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Calabresi. Oltre a Pietrostefani, che non era presente in aula per motivi di salute, gli altri ex terroristi “salvati” dalla Corte d’Appello parigina sono: Enzo Calvitti (67), Narciso Manenti (65), Giovanni Alimonti (66), Roberta Cappelli (66), Marina Petrella (67), Sergio Tornaghi (63), Maurizio Di Marzio (60), Raffaele Venturi (70), Luigi Bergamin (72). 
 
Ex terroristi rossi, l’arresto e l’estradizione negata 
I dieci ex terroristi vennero arrestati nell’aprile 2021 in un blitz condotto dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat), in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol, l’Antiterrorismo della polizia italiana e l’esperto per la sicurezza della polizia italiana a Parigi. Il governo francese aveva allora, evidentemente, acconsentito all’operazione in seguito alle richieste del ministro della Giustizia Marta Cartabia. Quest’ultima aveva indicato alcuni membri delle Brigate Rosse ancora a piede libero in territorio francese. 
 
Durante una videoconferenza con l’omologo transalpino Eric Dupond-Moretti, la Cartabia fece presente la necessità “massima attenzione e la pressante richiesta delle autorità italiane affinché gli autori degli attentati delle Brigate Rosse possano essere assicurati alla giustizia”. Non era la prima volta che l’Italia si appellava alla Francia sugli ex brigatisti, ma in quel caso la richiesta venne accolta da Macron. Ancora da capire se vi fu una carta di scambio giocata dalla Cartabia per convincere il governo francese. 
 
Le parole di Macron 
Sta di fato che dopo il rifiuto all’estradizione da parte della Corte d’Appello di Parigi, sulla vicenda nei giorni scorsi è intervenuto il presidente francese Macron. “Per quanto riguarda le decisioni del sistema giudiziario francese, per definizione, non mi pronuncio su di essa. In ogni caso – aveva precisato Macron – ho detto che politicamente sostenevo l’approccio, e che appoggiavo la richiesta del governo italiano per quanto riguarda questi brigatisti, in accordo peraltro con la dottrina che la Francia ha sempre avuto”. Questo “perché la Francia aveva respinto solo le richieste di estradizione di persone non coinvolte in crimini di sangue. In questo caso specifico – aveva puntualizzato il presidente francese -, queste persone sono state coinvolte in crimini di sangue e meritano di essere processate sul suolo italiano. Questo è il rispetto che dobbiamo alle famiglie delle vittime e alla nazione italiana”. 
 
A questo punto si attende la decisione della Cassazione francese, che potrebbe ribaltare quella della Corte d’Appello e quindi consentire l’estradizione in Italia dei 10 ex terroristi rossi. 
 
5 Luglio  2022