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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Presunti strappi e minacce 
di Ninni Raimondi
 
Presunti strappi e minacce: la crisi del governo Draghi è una farsa inutile 
 
L’insostenibile inutilità delle crisi del governo Draghi. Potrebbe essere il titolo di una nuova opera teatrale. Perché in effetti le presunte “diatribe” interne alla maggioranza, praticamente dalla sua formazione ormai un anno e mezzo or sono, un’opera teatrale – dal pessimo copione – la rappresentano eccome. Il fulcro, però, è solo uno: non hanno alcuna utilità, neanche propagandistica. 
 
L’inutilità delle “crisi” di Draghi 
La questione ruota intorno a un concetto molto semplice: nel concreto, interessa davvero qualcosa che il governo Draghi cada domani mattina, giovedì o arrivi alle elezioni del 2023? Non riusciamo a rispondere positivamente a questa domanda. Il presidente del Consiglio, anche nella peggiore delle ipotesi, avrà tenuto in piedi la baracca a pochi mesi dalle prossime elezioni politiche. E potrebbe anche essere indirizzato verso un rimpasto o addirittura un bis. Dunque, a che pro tutte queste sceneggiate, le crisi paventate, le presunte minacce e via discorrendo? L’unica possibile spiegazione è la solita anestesia dell’elettore medio delle forze in campo: nella fattispecie, di ciò che resta del Movimento 5 Stelle. 
 
Una partita di “mini consensi” tra i due “movimenti” 
Secondo i primi sondaggi diffusi, i due “partiti grillini” si spartirebbero grosso modo a metà un 12% dei consensi, diventando a tutti gli effetti formazioni di secondo piano sulla scena politica italiana. E allora Giuseppe Conte tuona, anzi no, poi minaccia, ma perché poi non ribadire il “pieno sostegno” all’esecutivo, in un’altalena francamente ridondante di dichiarazioni – tanto per cambiare – completamente inutili. Sia per le sorti del movimento (ormai defunto da tempo, ben prima della scissione) che per quelle della povera Italia, ostaggio malinconico di un destino di irrilevanza politica internazionale e di paralisi interna sui temi economici, sociali e culturali. 
 
Insomma, tanto rumore per nulla.  
Cari Giuseppe Conte e Mario Draghi, concludete al più presto questa ennesima “piece”. Perché noi, soprattutto d’estate, preferiamo goderci spettacoli decisamente migliori, e all’aperto. Quanto meno per distrarci dagli imbarazzi che ci provocate. 
 
11 luglio  2022