Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime.  
 
Camera, il nome per la presidenza è Fontana 
di Ninni Raimondi
 
Camera, il nome per la presidenza è Fontana. Il Pd piange: “È un estremista” 
 
Il presidente della Camera eletto oggi potrebbe essere Lorenzo Fontana, della Lega, già ministro per la Famiglia e la Disabilità nel governo gialloverde. L’indicazione del Carroccio ieri ha quindi cambiato la sua proposta, dopo che a lungo si era parlato della candidatura principale – data ormai per certa, di Riccardo Molinari. Ma a sinistra – come al solito – i fegati fanno fatica a mantenersi sani. 
 
Camera, il nome indicato per la presidenza è Fontana 
È lo stesso Matteo Salvini, come riporta Tgcom24, a lanciare verso la presidenza della Camera Lorenzo Fontana. Così il nome proposto dalla Lega diventa quello dell’ex ministro. La dichiarazione ufficiale del leade del Carroccio arriva dopo un incontro con il precedente possibile nome indicato, quello di Molinari,  e con i vicesegretari del partito. In ogni caso, Molinari resterà capogruppo della Lega a Montecitorio. Ci si interroga inoltre sul ruolo di Giancarlo Giorgetti, il quale, in realtà, pure circola come possibilità per la presidenza. Una possibilità a quanto pare sfumata in vista di un possibile incarico nell’esecutivo. 
 
Il pianto del Pd 
Ovviamente, il Pd non poteva far altro che protestare vivacemente contro qualunque espressione di discontinuità rispetto ai suoi diktat. E così avviene anche nel caso dell’indicazione di Fontana: “Scelta estremista, è una provocazione”. Il motivo? A Fontana non piace l’aborto, nel senso che ne è dichiaramente contrario, come è dichiaratamente contrario alle adozioni Lgbt. In più, il terribile ministro si è permesso di criticare a suo tempo la Legge Mancino, provvedimento che ufficialmente è contro il rerotico “odio razziale” o di altro genere, manco a dirlo di stampo “nazifascista”. L’allora ministro aveva definito la legge “una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano” e ne aveva proposto l’abolizione. Tutte cose insopportabili, per il Nazareno. D’altronde, ai democratici ascoltare opinioni e pareri contrari non è che piaccia molto. 
 
14 Ottobre  2022