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La Ue vuole bandire le bustine di zucchero: “Non sono green” 
di Ninni Raimondi
 
La Ue vuole bandire le bustine di zucchero: “Non sono green”. Nel 2001 le aveva rese obbligatorie 
 
 
La Ue fa, la Ue disfa, a seconda di come tira il vento e di cosa conviene: stavolta i capricci di Bruxelles potrebbero abbattersi sulle classiche bustine di zucchero in bar, ristoranti e altre strutture ricettive, i cui imballaggi non soddisfano più i criteri di sostenibilità. 
 
Addio alle bustine di zucchero 
Nella proposta di regolamento sul packaging presentata ieri in Commissione europea si prevede infatti l’abolizione degli incarti monouso nei settori dell’Horeca (hotellerie-restaurant-café). Il tutto in ossequio ai dettami green e al programma di tutela ambientale accolto da Bruxelles. Se la proposta dovesse diventare legge dovremo dire addio a bustine, tubetti, scatoline che contengono zucchero, condimenti, salse. Benvenute, anzi, bentrovate — dal momento che la stessa Ue le aveva messe fuorilegge nel 2001 — a zuccheriere e contenitori anti-spreco. 
 
Chi si immola sull’altare green? 
L’iniziativa della Commissione europea non ha suscitato grandi entusiasmi, anzi. Rischia di immolarsi sull’altare green tutto x e dei settori che si occupano materialmente di confezionare le monoporzioni. L’azienda Europen, ad esempio, ha espresso forti preoccupazioni nei confronti della notizia. «Il raggiungimento dell’obiettivo di riciclabilità del 2030 richiede sforzi concreti e collettivi, tra cui la raccolta obbligatoria e investimenti significativi nelle infrastrutture di selezione e riciclaggio», spiega la rappresentante Francesca Stevens a Radiocor. «Ignorare le funzionalità del packaging per proteggere alimenti e prodotti e prevenire gli sprechi, o imporre restrizioni e divieti arbitrari, non può essere la via da seguire».  
 
Preoccupazione dalla Coldiretti 
Le fa eco la Coldiretti. E’ inutile negare che la proposta anti-bustine di zucchero, seppur condivisibile, «avrà effetti opposti e negativi sulla filiera produttiva europea e sui consumatori». Inevitabilmente, se la proposta diventasse legge, finirebbe con lo sfavorire «la filiera del packaging italiano e quelle aziende che in particolare hanno investito nei materiali tecnologicamente avanzati sostenibili e riciclabili», ha dichiarato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. «L’effetto negativo sui costi di produzione dell’intera filiera agroalimentare rischia di riflettersi sui prezzi pagati dai consumatori in un momento di grande difficoltà economica», ha concluso. 
 
2 Dicembre  2022