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La falsità 
di Ninni Raimondi 
 
Da anni certi presunti scienziati o pensatori hanno prodotto testi privi di senso - ottenendo fama, soldi e onori.  
Li fustigarono Vilfredo Pareto (nella “Sociologia General”) e Karl Popper (nella “Società Aperta e i Suoi Nemici”).  
Altri autori continuano. Riporto qui frasi prive di senso, che ho trovato in un testo pubblicato con pretese scientifiche da certi ricercatori di una università europea. È curioso: il loro lavoro era inteso a valutare opzioni tecnologiche per alleviare la congestione urbana, però parlavano anche del tempo.  
 
Ecco le citazioni:  
L’emergenza del tempo medio di Greenwich è imperniata sull’esigenza di coordinare i viaggi. Il tempo medio di Greenwich è una finzione matematica che è sintomo di un tentativo di emasculazione delle esperienze umane del tempo e dello spazio”.  
 
La scrittura al computer è la quintessenza dell’attività linguistica postmoderna. Essa disperde gli argomenti trattati in una spazio-temporalità non lineare, è immateriale, distrugge la stabilità dell’identità individuale, viene a istituire una fabbrica di soggettività post-moderna - cioè una macchina per realizzare soggetti non identici, un’iscrizione di un altro tratto della cultura occidentale in una sua manifestazione prediletta”.  
 
Il consenso non è un’equazione, ma è un accordo conflittuale fra soci che si basa sulla loro capacità di giocare con differenze semantiche e pragmatiche”.  
 
Mi rattrista in particolare che certi accademici presentino ancora Paul Virilio come un grande maestro di pensiero.  
Già nel 1997 Alan Sokal e Jean Bricmont in “Imposture Intellettuali” (edizioni Garzanti) documentarono le confusioni e l’impiego di termini non definiti su cui l’architetto Virilio basa la sua fama.  
Ecco una citazione dal suo libro “Lo spazio critico” (Dedalo, 1998): “Quando la profondità del tempo sostituisce le profondità dello spazio sensibile; quando la commutazione dell’interfaccia soppianta la delimitazione delle superfici; quando la trasparenza ristabilisce le apparenze - allora cominciamo a chiederci se quello che insistiamo a chiamare spazio non sia in effetti luce: una luce subliminale,
 
 
 
para-ottica di cui la luce del sole è solo una fase o un riflesso.”  
Suona complessa e difficile, ma è solo priva di significato.  
Virilio nei suoi scritti inventa anche l’inesistente spazio dromosferico “descritto da equazioni logistiche risultato del prodotto massa x velocità” (falso: le logistiche modellano la dinamica di popolazioni: le uso con miei software previsionali, n.d.r.).  
Spiega la pianificazione urbana con la meccanica quantistica! Parla di trasparenza costituita da particelle elementari (elettroni) trasmesse alla velocità della luce.  
Sono bestialità (ovvie a studenti del primo anno di fisica) cui aggiunge frasi fumose.  
 
Spiega anche l’intelligenza artificiale - IA - (sebbene non abbia mai lavorato nel campo) e dice: “L’IA è un tentativo dell’uomo di dotarsi di un’intelligenza infinita per dominare il mondo... ma è una bomba che può esplodere”. No: nessuno si pose mai questo obiettivo vago e altisonante.  
L’IA è l’arte di affidare a macchine funzioni che richiedono intelligenza, se eseguite dall’uomo”: niente bombe.  
“I computer prendono decisioni autonome e rispondono a una logica binaria inadeguata a valutare realtà complesse”.  
Falso: i computer trattano anche logiche a più valori (studiate da mezzo secolo) e anche continue (“fuzzy logic” di L.Zadeh).  
Virilio denuncia il rischio che i computer diventino autonomi e ci tiranneggino: cita come suo precursore “2001 Odissea nello Spazio”.  
Ignora che i computer sono autonomi nei limiti segnati dai progettisti, che l’intelligenza artificiale (iniziata da A. Turing, il cui test ancora non è stato superato da alcun computer) ci ha dato gli scanner (che usiamo senza rischio) e i sistemi esperti utili a scienziati e gestori di sistemi tecnologici per elaborare velocemente masse di dati complessi e ragionarci al meglio delle competenze disponibili.  
 
Caveat lector!  
Attento lettore a non ascoltare questi impostori intellettualoidi.  
Diffondono paure infondate basate su leggende inventate da ignoranti.  
Scrivono frasi pretenziose che paiono profonde solo agli ingenui.  
Usano termini scientifici che non capiscono, ne inventano altri e creano testi oscuri, inutili, fuorvianti.  
 
Fa male chi li prende sul serio.  
Li addito al dileggio.  
Vacciniamo i giovani contro di loro.
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 16 Giugno 2017