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Jugend
 
Jugend: amore, guerra e morte in un cortometraggio sulla Gioventù Hitleriana 
di Ninni Raimondi
 
In pochi mesi ha raggiunto la bellezza di quasi settecento mila visualizzazioni su Youtube.  
Stiamo parlando di Jugend, cortometraggio che racconta la storia di un giovane soldato della 12° Divisione corazzata delle SS "Hitlerjugend". La pellicola è stata diretta dal regista italiano Alessandro Pepe, già autore di My honor was loyalty (Il mio onore si chiama fedeltà), film dedicato alla Divisione Waffen-SS "Leibstandarte".  
La narrazione di Jugend si concentra su un giovanissimo appartenente alla Gioventù Hitleriana che, dopo aver scoperto l’amore, parte per il fronte occidentale, dove si troverà ad ostacolare l’avanzata degli Alleati in Normandia.  
Tra vita di trincea, cameratismo e nostalgia per l’amata, la giovane recluta si scontra con una realtà durissima, ma che lui ha già deciso di affrontare fino in fondo. 
 
Il cortometraggio rievoca anche in questo caso fatti realmente accaduti, benché qui ovviamente un poco romanzati.  
La Divisione «Hitlerjugend», infatti, era formata da reclute provenienti dall’organizzazione giovanile del Partito nazionalsocialista che si distinsero in battaglia per coraggio e ardimento.  
Grazie al loro sacrificio per difendere Caen, l’esercito tedesco poté ritirarsi dalla Normandia senza subire eccessivi danni.  
Anche questo cortometraggio è stato realizzato da Pepe in collaborazione con il gruppo di rievocazione storica Progetto 900 ed è tutto in lingua originale (ma sono disponibili i sottotitoli in italiano). 
 
Con Jugend il regista Alessandro Pepe aggiunge un ulteriore tassello al suo già composito mosaico. Dopo un film e vari cortometraggi, Pepe ha deciso di non fermarsi e di continuare a dedicare i suoi lavori alla «parte sbagliata» della storia e – come ci disse in un’intervista – a denunciare i crimini di guerra degli Alleati. E i riscontri positivi che ha avuto il cortometraggio sembrano effettivamente confermare che questa è la strada giusta: senza lasciarsi andare ad apologia o demonizzazione, il giovane regista di Cuneo è convinto che sia doveroso raccontare la storia anche dal punto di vista degli sconfitti. Una prospettiva che finora è mancata e di cui – a giudicare dal successo di Jugend – si sentiva davvero il bisogno. 
Licenza Creative Commons  27 Luglio 2018
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