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Donne di serie A e di serie B 
di Ninni Raimondi
 
La bellissima donna della prima foto, per chi non la conosce, che è la stessa che si vede penzolare come un cinghiale da spellare nella seconda, è, o meglio era, Claretta Petacci, colei che fu l'amante di Benito Mussolini e ne seguì tutte le vicende umane, compresa la morte. 
Questa donna, oltre ad essere stata stuprata, picchiata, uccisa, calpestata, ricoperta di sputi in vita e in morte, e attaccata come un quarto di manzo ad un patibolo in piazzale Loreto dalla mano civile e liberale dei partigiani, ha da poco avuto un altro grandissimo onore.  
Il suo nome è stato dato al maiale che compare in varie foto, in questi giorni, e che pare aggirarsi tra i rifiuti della capitale. 
A ribattezzare il celebre suino è stato Gene Gnocchi, il comico e non so che altro, che si vede nella terza immagine. 
Fin qui non ci sarebbe niente di strano. 
Ci siamo abituati. 
Ciò che è strano, ma non troppo per chi conosce la coerenza del civilissimo pensiero delle donne di sinistra, è il silenzio assoluto sulla vicenda. 
Né la Boldrina, né la Littizzetta, né la Hunziker (a)...né nessuna delle tante virago del femminismo contemporaneo, ha preso posizione in merito. 
Nessuna giornalista donna ne ha parlato, nessuna presidenta, direttora, ministra o quant'altro ha detto nulla in merito. 
Ma quella non è una donna? 
Le fattezze dicono di sì.  
 
Eppure quella non è una donna. 
Era una puttana. 
Perché?  
Perché è rimasta vicino al proprio uomo fino alla fine, in un mondo in cui le donne ti mollano se vieni trombato per la promozione in azienda. 
Perché quella donna che avrebbe potuto scappare, nascondersi, e restare viva, ha scelto di rischiare fino alla fine. 
Ed ha pagato. 
Era l'amante del Duce, un uomo di potere.  
Ma era anche l'amante del Duce, un uomo condannato a morte che, si sapeva, non avrebbe conosciuto nessun tribunale se non quello del popolo. 
Eppure è rimasta al suo posto, quando NESSUNA donna di oggi farebbe altrettanto, anche rischiando molto meno. 
E per questo era una puttana. 
Per le donne di oggi, che ti denunciano se le molli un paio di schiaffi dopo averle sorprese a scopare col vicino, è stato giusto ammazzarla.  
Per le donne di oggi, per cui un apprezzamento estetico è assimilabile ad uno stupro, è stato giusto violentarla, chissà in quanti, chissà quante volte...mentre sulla varietà dei modi non ci vuole molta fantasia. 
Per le donne di oggi, tanto attente a difendere l'immagine femminile...come se la nudità o l'atteggiamento postribolare fossero imposti con le armi, è stato giusto appenderla sottosopra come un agnello in una macelleria. 
Perché quella non era una donna, ma una puttana. 
 
Una puttana disposta a morire insieme al suo uomo...la razza peggiore. 
Guai se gli uomini iniziassero ad aspettarsi una simile devozione da parte di una donna...sarebbe il finimondo. 
Guai se si convincessero che possono esistere donne simili, e che ogni uomo potrebbe avere il diritto di trovarne una. 
Silenzio. 
E magari risate femminili. 
In fondo quella non era una donna. 
Era una puttana. 
Una donna perbene sa sempre dove deve attaccare il cappello, e quando è ora di levare le tende. 
Aveva ragione Orwell...tutte le donne sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre. 
Questo è il senso di giustizia femminile. 
Questa è l'equanimità del gentil sesso di oggi. 
Non dimentichiamolo mai. 
Licenza Creative Commons  19 Gennaio  2018