Questo Sito non ha fini di lucro, né periodicità di revisione. Le immagini, eventualmente tratte dal Web, sono di proprietà dei rispettivi Autori, quando indicato.  Proprietà letteraria riservata. Questo Sito non rappresenta una Testata Giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto non può essere considerato, in alcun modo, un Prodotto Editoriale ai sensi e per gli effetti della Legge n.62 del 7 Marzo 2001.
 
 
Scarica il PDF della situazione
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Interni
Esteri
Cultura
Il parolaio
 
trump e il tradimento
 
Trump e il tradimento 
di Ninni Raimondi
 
Tradendo ancora una volta la sua tanto sbandierata dottrina isolazionista e in presunta rottura con le pulsioni neocon, Donald Trump torna a minacciare la Siria. “Gli Stati Uniti – ha detto – non tollereranno le atrocità del regime di Assad”. Il leader statunitense ha espresso i suoi propositi bellicosi in due telefonate con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Angela Merkel. Parigi, Berlino e Washington chiedono a Russia e Iran di appoggiare “immediatamente e totalmente” la risoluzione Onu e la tregua, chiedendo a Putin “di fermare i bombardamenti su Ghouta” e di costringere il regime siriano a “fermare le operazioni offensive contro le aree in cui si trovano i civili”. 
Assad, ha detto Trump, sarà ritenuto responsabile “del deterioramento delle condizioni dei diritti umani nella zona orientale di Ghouta, causato in parte dal continuo uso da parte del regime di armi chimiche, da attacchi ai civili e dal blocco degli aiuti umanitari”. I tre leader occidentali, spiega un comunicato diffuso dalla Casa Bianca “hanno anche condiviso le loro serie preoccupazioni riguardo alle recenti dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin sullo sviluppo di armi nucleari” e si sono trovati d’accordo che tali dichiarazioni siano di ostacolo “alla produttiva discussione produttiva su diverse questioni tra la Russia e l’Occidente”. 
 
Ecco quindi che il leader americano, che doveva formare un’asse populista e nazionalista con Putin, per l’indignazione delle illuminate cancellerie europee, si trova ora a fare quadrato con queste ultime contro Mosca, a difesa della causa più disastrosa e gravida di conseguenze nefaste che sia stata mai sposata dai governi occidentali, ovvero quella anti-assadista. Come avevamo già spiegato, del resto, la lotta per liberare Goutha dai terroristi, per quanto purtroppo sanguinosa, ha una sua necessità bellica inaggirabile, se davvero si vuole apportare il colpo definitivo alla follia jihadista in Siria. Ma forse la necessità di questa vittoria non viene avvertita dai governi occidentali, ivi compresi quelli che avevano mostrato i muscoli contro i terroristi e i loro protettori. 
Licenza Creative Commons  8 Marzo  2018
2013
2014
2015
2016
2017
2018