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prima pagina: Usa e Ue ordinano
 
Usa e Ue ordinano, l’Italia obbedisce 
di Ninni Raimondi
 
Usa e Ue ordinano, l’Italia obbedisce: espulsi due diplomatici russi 
di Ninni Raimondi 
 
Sono arrivate le tanto attese rappresaglie degli “alleati” del Regno Unito contro la Russia. Tutto nasce come risposta al discusso caso Skripal, ossia il tentato omicidio in territorio britannico (per la precisione a Salisbury) dell’ex spia russa Sergej Skripal, condannata nel 2006 dalla madre patria per alto tradimento (era passata ai servizi segreti di Londra, l’MI6). La Gran Bretagna aveva già provveduto ad espellere 23 diplomatici russi. E ora la premier Theresa May plaude al comportamento degli altri Paesi che hanno sposato la sua linea: «È la risposta a una minaccia comune, non solo un segno di solidarietà. La Russia non è riuscita a dividere gli alleati». 
Infatti, sia gli Stati Uniti che 14 Paesi Ue hanno allontanato altri uomini del Cremlino, facendo arrivare il numero complessivo a più di 100 diplomatici. Donald Trump è stato particolarmente duro: 60 diplomatici espulsi e chiusura dell’ambasciata di Seattle. Con ogni probabilità il presidente degli Stati Uniti vuole rispondere così a chi gli rimprovera una linea troppo morbida nei confronti di Putin.  
Senza contare la spada di Damocle del presunto “Russiagate” che ancora pende sulla sua testa. Per il resto Francia e Germania hanno espulso ciascuna quattro diplomatici, mentre l’Italia si è limitata ad allontanarne due. 
La decisione di Paolo Gentiloni di accodarsi al coro anti-russo (benché su un caso dai contorni ancora oscuri) è destinata a far discutere. Un presidente del consiglio dimissionario, infatti, non dovrebbe deliberare su una questione così delicata, sapendo peraltro che le forze politiche che dovrebbero formare il nuovo governo non condividono questa linea di politica estera. L’obiettivo, tuttavia, sembra sia stato quello di non lasciare isolata l’Italia, mentre i suoi alleati passavano alle maniere forti. In particolare Regno Unito e Germania spingono per una risposta molto dura, che prevede addirittura inasprimenti delle sanzioni alla Russia (varate nel 2014). Ma a questa eventualità Gentiloni ha opposto il suo diniego, ben sapendo quanto le sanzioni danneggiano la nostra economia. 
 
Le misure anti-russe, come accennato, sono state accolte con diffidenza dai vincitori delle ultime elezioni.  
Se il M5S non ha commentato (e in questo caso il silenzio vale più di tante parole), Salvini ha invece criticato con forza la decisione di Gentiloni: «Isolare e boicottare la Russia, rinnovare le sanzioni economiche ed espellerne i diplomatici non risolve i problemi, anzi li aggrava». Scettico, ma più morbido, si è mostrato Silvio Berlusconi per il tramite del suo plenipotenziario Gianni Letta. Berlusconi, infatti, sa bene quanto si può pagare l’amicizia con Putin, se questa non garba agli Stati Uniti. Ad ogni modo, la linea di Salvini comincia a suscitare malumori Oltreoceano, tanto che il New York Times già qualche tempo fa aveva paventato un pericoloso avvicinamento dell’Italia alla Russia con conseguente sganciamento dagli Stati Uniti. Si tratta ovviamente di un’esagerazione con l’evidente intento di far scalpore. Ma quel che è certo è che il prossimo governo è chiamato a gestire una situazione internazionale non facile, in cui è in gioco la nostra sovranità. Una prova difficile, per la quale, in verità, ben pochi sembrano veramente attrezzati. 
Licenza Creative Commons  28 Marzo 2018
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