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Dettagli della storia 
di Ninni Raimondi
 
“Camere a gas dettaglio della storia”, Le Pen condannato 
di Ninni Raimondi 
 
È definitiva la condanna a una multa di 30.000 euro per Jean-Marie Le Pen a causa delle sue controverse dichiarazioni sulle camere a gas. La Corte di cassazione francese ha convalidato oggi la sentenza emessa dalla corte d’appello di Parigi il 1° marzo 2017. La questione è quella che i francesi sono abituati a conoscere semplicemente come “vicenda del point de détail”, tale è stato l’impatto di queste parole sull’immaginario collettivo. La questione risale addirittura al 13 settembre 1987, quando il fondatore del Front national, intervistato in tv, rispose così a una domanda sulle camere a gas: “Sono un appassionato della storia della Seconda guerra mondiale. Mi pongo un certo numero di domande. Non dico che le camere a gas non siano esistite. Io non ho potuto vederle. Non ho studiato la questione in modo speciale. Ma credo che sia un dettaglio nella storia della Seconda guerra mondiale”. 
Per questa frase, che non contesta l’esistenza delle camere a gas, ma ne mette in discussione semmai la centralità storica, Le Pen è stato condannato ben sei volte.  
Quella di oggi si riferisce in particolare a un’intervista del 2015. Intervistato da Jean-Jacques Bourdin su BFMTV, Le Pen ha risposto così alla domanda se si sia mai pentito di quella frase: “Per niente, in nessun momento, quello che ho detto corrisponde al mio pensiero. Ovvero che le camere a gas siano state un dettaglio della guerra, a meno di non ammettere che fu la guerra a essere un dettaglio delle camere a gas. Lo ribadisco perché credo che sia la verità, che questo non dovrebbe scioccare nessuno e che si è strumentalizzata questa vicenda contro di me, introducendo un sospetto di antisemitismo, laddove posso sfidare chiunque a citare una mia frase antisemita pronunciata nella mia vita”. 
 
Ma le camere a gas sono state una cosa orribile, ha replicato il giornalista.  
Al che, il fondatore del Fn ha risposto: “La guerra è orribile, lo sa? Un colpo di mortaio le squarcia il ventre, una bomba vi decapita, una camera vi asfissia, tutto questo è ignobile, è vero”.  
Parole che sono costate a Le Pen 30.000 euro.  
Che sicuramente l’anziano politico non avrà difficoltà a pagare, anche se resta una questione di principio sottesa a tutta la vicenda: quella della libertà di espressione.  
Nel caso specifico, non si tratta neanche di difendere la portata inderogabile dei fatti dalle mani di falsificatori mefistofelici, dato che qui è in questione l’interpretazione dei fatti stessi.  
Si possono anche ritenere ignobili le parole di Le Pen, se lo si desidera.  
 
Che esse siano sanzionabili penalmente è, invece, una mostruosità orwelliana che meriterebbe di essere condannata a 360°. 
Ma, a quanto pare ... 
Licenza Creative Commons  28  Marzo 2018
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