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L’Italia è debole
 
L'Italia è debole 
di Ninni Raimondi
 
Dai Marò, fino ai diplomatici russi: l’Italia è debole  
 
 
L’Italia è sempre stata in buoni rapporti con la Russia, fin dai tempi dell’ex Urss.  
A partire dall’Eni, che faceva affari a Est e contrastava il predominio delle cosiddette Sette Sorelle del petrolio, oppure con la Fiat, che si stabilì a Togliatti(grad). Dopo la caduta dell’Urss è stato merito di Berlusconi quello di mantenere buoni i rapporti, prima con Eltsin e poi ovviamente con il grande amico Putin.  
Ottimi affari negli ultimi tempi minati prima dalla posizione assunta dalla Ue e dalle conseguenti sanzioni ed ora – ancora più grave – con l’allontanamento di due diplomatici russi a causa della crisi Londra-Mosca. Il governo Gentiloni (il quale come da regolamento si è dimesso), ancora in carica per gli affari correnti, si è accodato pedissequamente al fronte anti-russo, lasciando al futuro esecutivo una bella gatta da pelare. Anche se, almeno secondo quanto riportato da alcune fonti, l’Italia sembrerebbe intenzionata a fermarsi a queste due espulsioni (di funzionari non così importanti, per altro), i rischi di una crisi con Mosca sono evidenti. 
Per non parlare poi della totale mancanza di peso specifico sullo scacchiere europeo dimostrata da questo atto di vero e proprio masochisimo.  
Ricordiamoci che al di là dei rapporti commerciali – Confindustria e Coldiretti giustamente si stracciano le vesti immaginando scenari di perdite economiche colossali – , la Russia è una delle potenze che opera nel Mediterraneo (con le sue basi in Siria).  
È quindi un partner cruciale per la stabilizzazione di aree assolutamente instabili come il Nord Africa e il Medio Oriente. Insomma, la Ue, la Nato e gli Usa stanno giocando con il fuoco, perché gli States non vogliono perdere la leadership nel Mare Nostrum e quindi tutti gli altri alleati-sudditi devono allinearsi. L’Italia per ora ne sta uscendo nel peggiore dei modi. D’altronde sul nostro territorio a tutt’oggi ci sono ancora 59 tra basi e installazioni militari Usa-Nato. Siamo la nazione che ha subìto il Cermis – volo a bassa quota non consentito per fare riprese del paesaggio costato venti morti, piloti Usa assolti. E che sta ancora subendo una trafila giudiziaria su basi inesistenti riguardo i nostri due marò “messi in mezzo” in India. 
 
Altra prova di debolezza della nostra nazione a conferma di un peso quasi inesistente in politica estera.  
Ecco, ora lo scenario dicevamo è addirittura peggiorato. Siamo in attesa di avere un governo – che dovrà affrontare le conseguenze del gesto di Gentiloni – siamo senza sovranità, visto che eseguiamo direttive dall’alto che ci danneggiano fortemente.  
E ora siamo nel mirino di Mosca. Il portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha dichiarato che dalla Russia arriverà “una risposta adeguata” alla decisione di Stati Uniti, Canada e di molti Paesi europei di espellere diplomatici russi in segno di solidarietà con la Gran Bretagna per il caso Skripal. In casi come questi, una nazione come la nostra – dove alcune forze politiche cercano di far adottare linee sovraniste o quanto meno non masochistiche, dove la maggioranza del Parlamento è ottenebrata dalla vulgata del Putin liberticida e nemico dell’Europa, in linea con la visione “veltroniana” degli States paladini della democrazia – difficilmente arriva a esprimere in politica estera una posizione forte, unitaria, di autodifesa.  
E pertanto probabilmente sarà tra le più colpite dalla “rappresaglia” russa. 
Licenza Creative Commons  28 Marzo 2018
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