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Il parolaio
 
Popuisti difendono l’Italia?
 
Può un governo populista e sovranista non amare l’Italia? 
di Ninni Raimondi
 
Il governo giallo-verde nasce tra i dubbi, le paure (dei media), ma anche con il supporto di una consistente parte degli italiani.  
Ma che governo sarà?  
Ovvero quale sarà il suo carattere saliente?  
Sicuramente si tratta di un esperimento populista. Il “contratto di governo” è ricco di iniziative e proposte economiche che vogliono favorire i cittadini piuttosto che le banche. E fin qui tutto bene, come dimostrano gli strali dei rappresentanti politici (e non) dei “poteri forti”. Più complesso verificare il tratto sovranista e nazionalista dell’esecutivo Conte-Di Maio-Salvini. Entrambe le forze di governo (Lega e Cinquestelle), infatti, non hanno mai dato grande prova di amor patrio. Certamente la critica, anche feroce, contro Bruxelles e la Ue si può sposare con gli interessi nazionali, ma questo non basta per dire che il nuovo esecutivo avrà uno spirito nazionalista.  
Insomma, difficile che qui da noi si vada a una riedizione del modello Orban in Ungheria. 
Cinquestelle e Lega non si sono mai distinti come forze a difesa dell’Italia e dell’italianità.  
Anzi.  
Basti pensare ai foschi trascorsi della Lega bossiana tutta secessionismo, ronde padane e insulti al tricolore. Tra i neo-ministri non mancheranno i protagonisti delle carnevalesche pagliacciate di Pontida.  
Dei Cinquestelle, a partire da Grillo, non si ricordano grandi elogi alla patria.  
Anzi, alla sua prima uscita, quel cialtrone e sfruttatore del lavoro in nero del presidente della Camera Roberto Fico dal palco di Palermo, dove si ricordava il sacrificio del giudice Falcone, ha ascoltato (e non cantato) l’Inno nazionale infastidito, la camicia slacciata e con le mani intasca.  
Dunque cafoneria e zero rispetto per il Tricolore.  
Passando al fronte della Lega e ricordando che Salvini si presenta quasi sempre al Quirinale in cravatta verde, di padana memoria, anche qui non si registrano esibizioni canore sulle note di Mameli. 
 
Ecco, il primo probante test per il nuovo governo sarà semplicemente l’Inno nazionale.  
Di Maio, Salvini e compagnia, è meglio che incomincino a studiarlo bene e a provare la voce.  
Se non lo canteranno, avremo la prova che il nascente sarà un piccolo e transitorio governo populista senza possibilità di reale incidenza sulla difesa della nazione.  
Mameli ci dirà se per una svolta davvero sovranista dovremo aspettare il prossimo giro. 
 
Salvini, amico e ammiratore di Di maio e dei grillini, sei avvisato! 
Licenza Creative Commons  25 Maggio 2018
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