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Sbarco immigrati della Diciotti
 
Mattarella ordina a Conte lo sbarco degli immigrati dalla Diciotti 
di Ninni Raimondi
 
Una telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella bypassa gli ordini del Viminale: gli immigrati a bordo della Diciotti possono sbarcare nel porto di Trapani.  
Si è conclusa così la vicenda della nave della Guardia costiera a cui il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva dato ordine di non sbarcare i clandestini, viste le indagini in corso sulle responsabilità dell’ammutinamento a bordo del rimorchiatore Vos Thalassa – perché alcuni immigrati temevano di essere riconsegnati alle autorità libiche – , da cui gli immigrati erano stati trasferiti proprio per via delle minacce all’equipaggio italiano.  
Ieri infatti i primi a scendere, accompagnati dalla polizia, sono il sudanese Ibrahim Bushara e il ghanese Hamid Ibrahim, probabilmente due scafisti, indagati dalla procura di Trapani per violenza privata continuata e aggravata nei confronti dell’equipaggio e del comandante della Vos Thalassa. 
Dopo di loro, sei bimbi e tre donne, infine gli altri 56 immigrati. Destinazione: le strutture d’accoglienza della provincia, secondo le disposizioni della prefettura. 
 
Salvini chiedeva che i clandestini scendessero dalla nave in manette. Ma così non è stato. La ricostruzione dei fatti contenuta nelle informative di polizia, basate sulle testimonianze dell’equipaggio, raggiunto ieri a bordo dagli investigatori e dagli stessi immigrati a bordo della Diciotti, ha al momento escluso che a bordo del rimorchiatore possa essersi consumata una rivolta o addirittura un tentativo di dirottamento, come ipotizzato dal Viminale.  
A quanto pare, a chiamare la Guardia costiera era stato il comandante della Vos Thalassa, preoccupato di non poter più gestire l’ordine a bordo dopo che i clandestini avevano capito che sarebbero stati riportati indietro. 
 
Poi ieri lo sblocco dello stallo.  
Mentre la Diciotti era al largo delle coste italiane, in attesa di ordini dal Viminale, dal Quirinale è arrivata una chiamata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale poco dopo ha annunciato l’imminente sbarco, eseguendo di fatto l’ordine del Colle.  
“Sono state completate le procedure di identificazione delle persone che erano a bordo, con particolare riguardo a quelle a cui risulterebbero imputabili le condotte che configurano ipotesi di reato”, hanno spiegato da Palazzo Chigi. 
 
“Sto aspettando da ministro e da cittadino che vuole ospitare gente perbene, il riscontro delle indagini della polizia e procura sui violenti”, aveva detto in serata il vicepremier Salvini, a Zapping su Radio1 dopo aver bloccato lo sbarco, “prima di far sbarcare chiunque, vorrei sapere se c’è qualche delinquente a bordo”.  
E il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli aveva aggiunto che si stava aspettando che la magistratura avviasse le indagini.  
Stessa linea tenuta dal leader della Lega, secondo cui lo sbarco sarebbe avvenuto “in nottata”, “appena si saranno raccolti tutti gli elementi che permetteranno di indagare e poi di arrestare chi ha commesso episodi di violenza”.  
“Anche perché prima scendono prima testimoniano su chi ha commesso violenza”, aveva aggiunto Salvini. 
 
Invece, Mattarella (in qualità di capo delle Forze armate) ha sparigliato le carte, interferendo nelle decisioni del governo.  
Dal Viminale trapela “stupore” per la telefonata del Colle e “rammarico” per la decisione della procura di Trapani di non emettere alcun provvedimento restrittivo.  
“Due indagati, scafisti individuati, tutti fermati e interrogati. E’ finita la pacchia”, ha comunque esultato Salvini su Facebook.  
Ma la frittata è fatta: il governo non ha una linea netta sul fronte immigrazione.  
 
Anzi. 
Licenza Creative Commons  13 Luglio  2018
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