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Ultimo delirio femminista
 
Ultimo delirio femminista: acqua e candeggina su uomini che fanno “manspreading” 
di Ninni Raimondi
 
Nella metropolitana di San Pietroburgo, una giovane femminista russa ha realizzato e diffuso un video in cui versa una miscela di acqua e candeggina addosso agli uomini colpevoli, a suo dire, di «praticare» il tanto vituperato manspreading.  
Se non ne avete mai sentito parlare, si tratta di quel fenomeno per cui uomini seduti con le gambe divaricate sui mezzi pubblici sconfinano dal proprio sedile, opprimendo così le povere donne sedute accanto a loro. 
L’autrice del video-manifesto è Anna Dovgalyuk, studentessa ventenne russa di giurisprudenza.  
Il modus operandi dell’attivista femminista, come detto, prevedeva di mescolare l’acqua con la candeggina e di versarla sull’inguine dei malcapitati.  
La miscela è stata preparata con 30 litri di acqua e 6 di candeggina, con l’obiettivo di lasciare il segno sulle vittime: «Questa soluzione – ha spiegato Anna – è 30 volte più concentrata della miscela utilizzata dalle casalinghe quando fanno il bucato; consuma i colori del tessuto in pochi minuti, lasciando macchie indelebili».  
In pratica, «non abbiamo solo bloccato il manspreading, ma abbiamo anche “marchiato” i colpevoli, in modo che tutti possano capire immediatamente quale parte del corpo controlla il comportamento di questi uomini». 
 
Per Anna, dunque, combattere il manspreading significa difendersi da una «aggressione di genere», poiché «gli uomini che dimostrano la loro alfa-mascolinità nella metropolitana con donne e bambini meritano tutto il nostro disprezzo».  
In pratica, chi fa manspreading è ipso facto un maschio-alfa misogino e merita, pertanto, di essere marchiato a fuoco (pardon, ad acqua e candeggina).  
Il problema è che nel video diffuso dalla pasionaria russa non tutte le vittime sembrano imporre la loro «alfa-mascolinità» con particolare accanimento: alcuni non hanno le gambe particolarmente divaricate, altri stanno semplicemente dormendo.  
Anche la validità di alcune didascalie del video è quantomeno discutibile: vi si afferma cioè che il manspreading sarebbe da collegare al basso ceto sociale e al consumo di alcol.  
Ma molte delle vittime non sembrano né ubriachi né dei pezzenti.  
 
Ma vaglielo un po’ a spiegare a queste femministe… 
Licenza Creative Commons  28 Settembre 2018
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