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Perché Saviano non combatte?
 
Se sta tornando il fascismo, perché Saviano ancora non si è dato alla lotta armata? 
di Ninni Raimondi
 
Se fossero coerenti, gli intellettuali di sinistra domattina uscirebbero di casa con una pistola per andare a sparare a Matteo Salvini.  
D’accordo, forse è meglio inserire sin da subito un disclaimer: nessuno deve sparare a nessuno, questo non è un invito alla violenza verso chicchessia.  
Bisogna specificarlo, perché le parole hanno un senso, un peso, delle conseguenze. Il punto è che noi lo sappiamo.  
Gli intellettuali di sinistra, evidentemente no. Secondo Roberto Saviano, per esempio, ci troviamo in un regime.  
Il sindaco di Riace, secondo lui, è un dissidente politico arrestato su espresso ordine del ministero dell’Interno.  
Christian Raimo ha detto che “hanno cominciato con gli arresti” e che quindi da ora in poi “sarà durissima”, esattamente come, sotto il fascismo, gli oppositori sottovalutarono inizialmente il fenomeno, salvo poi trovarsi di fronte a un’ondata di arresti, e anche allora, a quel punto, “fu durissima”. 
Per Saverio Tommasi, le nozze combinate da Mimmo Lucano sono l’equivalente di un tedesco che sposa un’ebrea per salvarla dalla deportazione sotto al Terzo Reich.  
Persino il solitamente pacato e lucido Massimo Bordin, qualche settimana fa, sosteneva senza sorridere neanche un po’ che oggi saremmo nella stessa situazione della pace di Monaco, in ebete tranquillità mentre il bagno di sangue si avvicina (ma stavolta la Polonia chi la fa? Il Lussemburgo?). L’Espresso, infine, ritiene di poter tracciare un parallelo tra il decreto sicurezza e le leggi razziali del 1938. 
Ora, evitiamo la perdita di tempo di cercare di contestualizzare tutte queste citazioni storiche o di demolire vulgate storiografiche stantie e utilizziamo tali riferimenti per il peso che hanno nel discorso corrente: fascismo, nazismo, leggi razziali sono evidentemente, in queste narrazioni, tanti modi per designare il male assoluto. E sia. Ma allora, ci domandiamo: di fronte al male assoluto è davvero possibile cavarsela con un video per Fanpage? Si può continuare a condurre normalmente le proprie vite, fare aperitivi, andare in vacanza, di fronte all’avvicinarsi di un nuovo Olocausto? Le parole, dicevamo, hanno un senso, un peso, delle conseguenze. 
 
Chi dice che siamo sotto un nuovo fascismo, o sotto un nuovo nazismo, che Conte è Hitler e Salvini è Himmler, deve agire con coerenza, se non vuole passare per pagliaccio.  
Immaginiamo Raimo o Saviano nella macchina del tempo, riportiamoli al 1922 o al 1933: davvero i nostri eroi non andrebbero a sparare ai dittatori in ascesa, anche a costo di essere poi linciati dalla folla?  
Forza, quindi, orsù: tutto si può dire fuorché Salvini sia un personaggio inavvicinabile.  
Ma non lo fanno, non lo faranno (non loro, almeno, mentre il gesto isolato di qualche loro lettore più sensibile alla consequenzialità dei nessi logici non è affatto da escludere).  
Per fortuna il loro atteggiarsi ad Anteo Zamboni è solo fuffa.  
Per fortuna parlano tanto per parlare.  
 
Per fortuna sono soltanto dei pagliacci! 
Licenza Creative Commons  8 Ottobre 2018
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