Questo Sito non ha fini di lucro, né periodicità di revisione. Le immagini, eventualmente tratte dal Web, sono di proprietà dei rispettivi Autori, quando indicato.  Proprietà letteraria riservata. Questo Sito non rappresenta una Testata Giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto non può essere considerato, in alcun modo, un Prodotto Editoriale ai sensi e per gli effetti della Legge n.62 del 7 Marzo 2001.
 
 
Scarica il PDF della situazione
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
 
 
Zero immigrti salvati
 
Zero immigrati salvati da Mediterranea. Flop dei centri sociali che gridano al “complotto” 
di Ninni Raimondi
 
Mare Ionio, un preistorico rimorchiatore riadattato per le operazioni ricerca e salvataggio in mare (SAR), è partito dal porto di Augusta il 4 ottobre alle ore 05:22. 
La nave fa parte della missione Mediterranea, che si è autodichiarata sentinella del mare pronta a fare disobbedienza civile per salvare i migranti che partono dalla Libia. 
La Mare Ionio non è sola in zona SAR. Si sono aggiunte altre 3 navi durante la rotta: a Lampedusa, la Astral della ONG spagnola Proactiva Open Arms, a Pantelleria due navi definite di supporto, la Burlesque e la Jana, con a bordo un gregge di giornalisti italiani ed esteri. 
Queste ultime tre caravelle hanno una cosa in comune: un transponder di classe B, ovviamente reso inoffensivo al tracciamento terrestre, che non trasmette alcun segnale al satellite.  
Quindi l’unica nave tracciabile, grazie solo al segnale sat, è la Mare Ionio. 
 
 
Perché la disobbedienza civile ha bisogno di una simile privacy? 
Il progetto che ha portato alla realizzazione di Mediterranea è iniziato a luglio, in seguito alla crociera del Deputato Erasmo Palazzotto sulla Astral di Proactiva Open Arms. Tutti si ricordano l’opaco salvataggio di Josefa, la naufraga, trovata su un relitto alla deriva, in grave stato di ipotermia e choc, a cui è stato applicato lo smalto rosso dalle volontarie della ONG per tentare di rasserenarla. 
Il gruppo, che ha sostenuto Mediterranea, è di varia appartenenza: oltre a Palazzotto, anche i parlamentari di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni e Rossella Muroni, il redivivo dopo la paternità, Nichi Vendola, il centro sociale bolognese Ya Basta, la ONG sequestrata a Malta Sea Watch, la sorosiana ARCI, il magazine I Diavoli, imprese sociali come Moltivolti di Palermo, ed ex no global, ora diventati molto mondialisti e borghesi, come Luca Casarini. 
 
Il progetto ha trovato respiro finanziario nella linea di credito concessa da Banca Etica, nelle fideiussioni firmate dai tre parlamentari di Sinistra Italiana e nella donazione di Nichi Vendola. 
 
 
Licenza Creative Commons  12 Ottobre   2018
2013
2014
2015
2016
2017
2018