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La stretta di Salvini
 
Decreto sicurezza: stretta di Salvini su negozi etnici e società di calcio 
di Ninni Raimondi
 
Chiusura dei negozietti etnici alle 21: questo, uno dei punti previsti dal decreto sicurezza targato Salvini. Lo annuncia lui stesso, in una delle numerose dirette Facebook: “Nel decreto sicurezza sarà presente un emendamento che prevede la chiusura entro le 21 dei negozietti etnici che diventano ritrovo di spacciatori e di gente che fa casino. Non è un’iniziativa contro i negozi stranieri ma per limitare abusi di certi negozi che diventano ricettacolo di gente che fa casino”, ha specificato lo stesso Ministro. Prima reazione stizzita, quella di Confesercenti nella voce del suo segretario generale, Mauro Bussoni: “No a norme discriminatorie. Non si può fare una norma che discrimina determinati imprenditori rispetto ad altri. Chi ha un’attività commerciale ha diritti e doveri: il dovere di rispettare le regole e il diritto di restare aperti, sia che siano esercizi gestiti da stranieri, sia che siano esercizi gestiti da italiani”. 
La stretta di Salvini, interessa anche il mondo del calcio. Dal tetto del Viminale, il Ministro dell’Interno incalza: “Le società di calcio paghino per l’ordine pubblico. Ogni domenica migliaia di unità delle forze dell’ordine sono impegnate a gestire l’ordine pubblico e chi paga? Noi. Chiederemo alle società di calcio di destinare il 5-10% dell’incasso dei biglietti per la gestione dell’ordine pubblico. Non è giusto che siano gli italiani a pagare”. Le parole di Salvini riguardo negozi etnici e loro regolamentazione, seguitano quanto dichiarato (nei giorni scorsi) dalla deputata leghista Silvana Comaroli. La proposta avanzata, prevede l’eliminazione delle insegne multietniche di negozi arabi e cinesi. Inoltre, la Comaroli propone di far sostenere il test di italiano a chiunque voglia aprire un esercizio commerciale nel nostro Paese. Una proposta né razzista, né discriminatoria: semmai, una misura volta a “favorire un più rapido inserimento nella società, permettendo di operare sul mercato con maggiore professionalità e garantire maggiormente i consumatori che possono ricevere così tutte le necessarie informazioni sui beni e sui servizi acquistati”. 
 
Codacons, dissente: sostenendo l’utilità di questi esercizi, dei loro orari “stacanovisti” e dell’offerta proposta ai consumatori. Così chiosa il presidente Carlo Rienzi: “Tali negozi etnici sono molto utili ai consumatori, perché rimangono aperti più a lungo degli altri esercizi e commercializzano una moltitudine di prodotti di diverse categorie, consentendo ai cittadini di fare acquisti last minute”. Reazioni controverse e consuete incursioni di un fantomatico razzismo: il copione, ormai, lo conosciamo molto bene. 
Licenza Creative Commons  18 Ottobre 2018
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