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tri risponde alla UE
 
Tria risponde all’Ue: “La manovra non cambia”. Nuovo attacco dall’Austria 
di Ninni Raimondi
 
Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha inviato la lettera di risposta alla Commissione europea, dopo la missiva ricevuta il 18 ottobre direttamente dal commissario Pierre Moscovici, in cui si preannuncia una bocciatura da parte di Bruxelles della manovra. La Commissione l’ha appena ricevuta, come previsto entro mezzogiorno. 
Domani l’Ue “discuterà della procedura e determinerà le tappe successive”. Dal canto suo, il governo gialloverde conferma il deficit al 2,4 per cento, con il rischio che già domani la Commissione invii una bocciatura formale della manovra. 
Tria motiva nel documento il perché le misure contenute nella legge di Bilancio non siano conformi alle regole applicative del Patto di Stabilità e Crescita: “Una decisione difficile ma necessaria alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di Pil pre-crisi e delle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana”. E sottolinea che la manovra “non espone a rischi la stabilità finanziaria dell’Italia né degli altri paesi dell’Unione europea“. 
 
Intanto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz attacca nuovamente l’Italia, chiedendo alla Commissione Ue di bocciare la manovra italiana. “Se non viene corretta, la Commissione europea deve respingere la manovra“, ha detto in una dichiarazione diffusa dall’ufficio del ministro delle Finanze, Hartwig Loeger. “L’Austria – ha detto – non è pronta a sostenere i debiti degli altri Paesi, mentre questi Stati scientemente contribuiscono all’incertezza dei mercati finanziari. Ora l’Ue deve dimostrare di aver imparato dalla crisi della Grecia”. Loeger, dal canto suo, ha aggiunto che una violazione delle regole di bilancio dell’Ue da parte dell’Italia “schiuderebbe la porta perché altri Paesi facciano altrettanto”. 
Poco prima erano arrivate le parole del commissario Ue agli Affari economici e monetari Moscovici: “La Commissione europea non vuole una crisi tra Bruxelles e Roma, la Commissione europea pensa che il posto dell’Italia sia al centro della zona euro, non all’esterno“, ha detto intervistato da France Inter a proposito della legge di Bilancio dell’Italia. “L’Italia può fare la propria politica di bilancio, ma rispettando delle regole comuni, come fanno tutti i Paesi da 10 anni”, ha poi precisato. 
Il rischio, secondo il commissario, “è che la ‘manovra del popolo italiana’ non rilanci affatto la crescita, perché c’è poco investimento in questa politica di rilancio ma anzi che l’affossi. Chi pagherà il debito? Le generazioni future e gli italiani. Ecco perché un bilancio che aumenta il debito non è buono per il popolo. Sono sempre i più vulnerabili che alla fine dovranno pagare”. 
Nel frattempo il vicepremier Luigi Di Maio cerca comunque il dialogo: “Il sorriso non bisogna perderlo mai e quindi va bene anche in questa situazione. Io non sono assolutamente preoccupato, ribadiremo le ragioni della nostra manovra. Spiegheremo le ragioni – ha detto ancora il capo politico del M5S – ma spiegheremo che siamo disponibili a sederci al tavolo per riconoscere come interlocutori le istituzioni europee perché in questo momento c’è anche la percezione di un governo che non vuole neanche interloquire con le istituzioni europee, vuole farsi i fatti suoi e basta. No, noi vogliamo restare nell’Unione europea e l’euro, quindi dobbiamo parlare con quelle persone, con i commissari europei, parleremo con la commissione, ci confronteremo per spiegare le ragioni di questo 2,4%”. 
 
Ci siamo quasi, insomma. Da domani, con l’eventuale procedura d’infrazione, per il governo gialloverde inizierà la fase più dura del braccio di ferro con l’Ue (e con i mercati). 
Licenza Creative Commons  23 ottobre 2018
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