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Legittima difesa
 
Legittima difesa, il ddl in Senato. 
di Ninni Raimondi
 
Oggi arriva in Senato il disegno di legge sulla legittima difesa, una delle misure-bandiera della Lega. Il testo arriva dalla commissione Giustizia e punta a modificare il codice penale in materia e aggravare le pene per i reati di furto in abitazione. 
Dalla commissione, rispetto alla base di partenza voluta dal Carroccio secondo cui “la difesa è sempre legittima“, il testo esce con diverse modifiche. A partire dal passaggio chiave secondo cui la legittima difesa rimane sempre presunta ed è valutata in relazione al rapporto di proporzionalità tra difesa e offesa. Altro aspetto delicato, la legittima difesa viene riconosciuta anche senza essere minacciati da un soggetto armato o se chi è minacciato reagisce sotto l’effetto di uno stato di “grave turbamento“. 
Il ddl arriva a Palazzo Madama dopo un ritardo dovuto all’intervento del leader di LeU, Pietro Grasso, il quale aveva raccolto le firme necessarie per chiedere che il provvedimento venisse sottoposto all’esame sia della commissione che dell’assemblea, invece di andare in Aula solo per un voto finale. 
Ora occhi puntati sui 5 Stelle, gli alleati di governo, infatti, in commissione avevano ritirato gli emendamenti per accelerare l’iter. Ma la legittima difesa è un tema su cui i pentastellati hanno sempre preso le distanze dalla Lega. 
Come ha ribadito il senatore Nicola Morra alla kermesse grillina Italia 5 Stelle, la legittima difesa “è materia che non è stata oggetto di contrattualizzazione, su quella il Parlamento con la dialettica parlamentare tra singole forze politiche che son diverse dovrà confrontarsi”. Per cui, ha precisato Morra, “non credo che sia affatto alcun ‘prendere o lasciare’ come forse si voleva far intendere. Noi sulla legittima difesa la pensiamo in maniera diversa a una forza (la Lega, ndr) che su questo tema si è particolarmente spesa in campagna elettorale”. 
 
Sul fronte delle opposizioni, da un lato c’è Fratelli d’Italia che boccia il testo, ritenuto troppo morbido; dall’altro, c’è il Pd che invece giudica pericolose le norme previste dal ddl. Il senatore dem Davide Faraone si è presentato a a SkyTg24 Pomeriggio indossando la t-shirt “Salvini sei un pistola. Sì alla sicurezza, no alle armi in casa”. 
Per Antigone, l’associazione nata a tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale, “si tratta di una legge anti-istituzionale, perché delegittima l’azione della polizia e della magistratura, preferendo una giustizia ‘fai-da-te’, ed è pericolosa, perché farà aumentare le armi in circolazione e di conseguenza gli omicidi e i suicidi. È noto che in mano a non esperti le armi sono ancora più pericolose”. 
Nei prossimi giorni a tal proposito Antigone consegnerà ai parlamentari le ventottomila firme raccolte a sostegno della petizione in cui si chiede il ritiro del decreto legge. “Sollecitiamo l’immediato ritiro di una legge illegittima, perché equipara il diritto alla vita e quello alla proprietà privata“, spiega l’associazione. 
Vediamo nel dettaglio le principali novità e modifiche del ddl. 
Le correzioni attuate in commissione Giustizia incidono sulla formulazione degli articoli 52 e 55 del Codice penale, stabilendo “sempre” il requisito della proporzionalità tra offesa e difesa “se taluno, legittimamente presente nell’abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi (…) usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o la altrui incolumità, i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione”. 
Viene inoltre ristretto il perimetro della punibilità causato dall’eccesso colposo di legittima difesa, prevedendo come causa di giustificazione – non solo l’aggressione a mano armata – ma anche la semplice minaccia, da parte dell’aggressore, di fare ricorso a un’arma. La non punibilità scatta inoltre “se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità, ha agito in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto”. 
 
Ancora, vengono aumentate le pene per i ladri, fino a un massimo di 4 anni di carcere per la violazione di domicilio e fino a 7 anni per il furto, mentre “la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata al pagamento integrale dell’importo dovuto per il risarcimento del danno alla persona offesa”. 
C’è l’ok infine per la copertura delle spese legali da parte dello Stato per il gratuito patrocinio di chi finisce sotto processo per aver reagito a una rapina o a un’aggressione.  
 
La commissione, attingendo dai Fondi di riserva speciali e dal Fondo per la riforma penale e penitenziaria, è riuscita a far stanziare 98.490 euro per il 2018 e 590.940 rispettivamente per gli anni 2019 e 2020. 
Licenza Creative Commons  24 Ottobre 2018
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