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I fascistometri
 
I fascistometri: Il pensiero unico è un delirio continuo 
di Ninni Raimondi
 
Sul fatto che la storia la scrivono i vincitori, col successivo potere di indottrinare le masse secondo il meccanismo promosso da Gramsci sull’utilizzo prepotente dei mezzi di comunicazione e degli apparati culturali, siamo tutti d’accordo.  
Duole ammetterlo, ma tant’è.  
Non a caso Eco, pace all’anima sua, ha scritto boiate sul fascismo eterno accolte come una manna dal cielo e sulle sue orme si muovono goffamente le Murgia dei giorni d’oggi, ossia i nani del conformismo antifascista.  
Nessuno, al contrario, sta scrivendo un libretto sui comunisti sconfitti dalla storia che tentano di rifarsi sull’Occidente riempiendolo di afro-islamici che, al loro stesso modo, vi si contrappongono, definendo oltretutto l’uomo bianco come un lupo famelico pronto a sbranare qualsiasi fanciulla indifesa.  
Nessuno lo scriverà, perché il mainstream prevede che solo dalla loro parte si possano fare congetture e si possano formulare accuse. D’alteonde l’avambraccio di un ragazzo con la croce celtica tatuata fa più rumore di circa duecento gruppi anarchici e d’estrema sinistra che, mettendo a ferro e fuoco l’Italia intera, vengono considerati alla stregua di gruppi terroristici.  
A questo sbilanciamento non possiamo che contrapporre la nostra razionalità.  
E siccome gli imbonitori si fregiano dell’attestato di lotta ai fascismi, definendosi conseguentemente paladini della libertà, non possiam far altro se non insegnar loro cosa significhi realmente rispettare le libertà degli altri individui.  
 
Segnatamente, quella di pensiero. 
Siamo desolati, ma rispediamo al mittente l’invito di Emiliano Brancaccio che sull’Espresso afferma la necessità di rileggere Adorno, un tizio che settant’anni fa elaborò la “scala F” per misurare il fascismo delle persone ponendo trenta domande: esattamente come ha fatto la Murgia. Eppoi, se qualcuno ha scritto idiozie nel 1950 non è detto che oggi le si debbano elevare a verità assoluta.  
Perché quel che sfugge ogni volta è il senso pratico: ossia, tutta questa gente si affanna tanto a elaborare termometri da infilarci nel sedere sulla base di quale esigenza?  
Una volta che i loro stupidi test confermano che il livello di fascismo di chi è stato testato è enorme, a quali conclusioni vogliono arrivare?  
È buffo che questo loro lavoro da scuola elementare somigli drammaticamente ai censimenti proposti dalla destra brutta e cattiva e per i quali loro salgono sulle barricate.  
Perché uno spartiacque viene creato, che lo si voglia o no. E nelle loro menti ottenebrate dalla faziosità quei risultati somigliano a una stella gialla da appendere al petto dei fascisti del nuovo millennio, creando la categoria degli appestati.  
E, utilizzando il loro stesso metodo di riflessione, come sarebbe sbagliato censire i rom perché si creerebbe nell’immaginario collettivo la ghettizzazione dell’essere inferiore, allo stesso modo risulterebbe letale creare un recinto per chi risultasse positivo al test sul fascismo oltretutto sulla base di domande squisitamente soggettive, che dunque non risponderebbero a nessun criterio oggettivo. 
 
Vi sono le leggi Scelba e Mancino che trattano esplicitamente della ricostituzione del partito fascista e di reati ad esso legati.  
Prevedono sanzioni gravi per comportamenti inerenti il razzismo, e per adesso siamo riusciti a toglierci dai piedi la trovata geniale dell’altrettanto geniale Fiano sul proibizionismo legato ai cimeli del ventennio.  
E il bello è che questi fenomeni, da nipotini del Pci e firmatari di tali obbrobri, avrebbero anche l’ardore di definirsi liberali. Questione, poi, che le Murgia mai menzionano è quella della democraticità sancita in degli articoli della Costituzione che non sono modificabili, ossia i primissimi.  
Il fatto che l’Italia sia “una repubblica fondata sul lavoro” e che la sovranità appartenga al popolo, cozza palesemente con l’antifascismo che lor signori affermano essere la pietra miliare su cui poggia la Carta, poiché una democrazia è all’opposto di qualsiasi genere di dittatura.  
Essi dovrebbero spender le medesime parole ad esempio nei confronti del comunismo. Se poi volessimo esser pignoli ed evitare di sprecar parole, potremmo anche consigliar loro di tacere del tutto poiché, data l’immutabilità dei primi articoli della Costituzione, il pericolo del ritorno di chissà chi è una pura idiozia.  
 
È tecnicamente impossibile.  
Ma vaglielo a spiegare ad alcuni signorini de' L’Espresso, a Repubblica, all’Anpi e alle altre frattaglie di antifascismo che proiettano nel futuro le loro scarse speranze di sopravvivenza.  
Vaglielo a spiegare alle scrittrici emergenti alla Michela Murgia, vaglielo a spiegare che un corso di diritto costituzionale prima di parlare di fascistometro sarebbe consigliabile.  
Oppure non spiegargli niente:  
tanto sono comunisti e sarebbero parole al vento! 
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