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Il mondo al contrario dell’antif
 
Il mondo al contrario dell’antifascismo 
di Ninni Raimondi
 
Oggi molte convinzioni vengono continuamente ribaltate dal pensiero unico dominante, al punto che si è arrivati a lottare non per il cambiamento, ma per la normalità! 
Quante volte abbiamo assistito ai banali quanto stupidi attacchi di antifascisti che capovolgevano foto, che auguravano un piazzale Loreto a chiunque non la pensasse come loro (e non solo a gente collegabile al fascismo), o li volevano appendere, ricordando il vergognoso scempio a cui furono sottoposti i corpi senza vita di Benito Mussolini, Claretta Petacci e altri gerarchi dopo la loro sommaria esecuzione. Troppe volte, al punto da non darci più importanza. 
Eppure, dal punto di vista di Mussolini, il mondo da quel giorno era orientato nel modo giusto, ossia “capovolto”. 
Oggi infatti molte convinzioni vengono continuamente ribaltate dal pensiero unico dominante, al punto che si è arrivati a lottare non per il cambiamento, ma per la normalità! 
 
La famiglia, la più naturale e antica delle istituzioni, è oggi messa in discussione se non addirittura combattuta. Mentre il matrimonio tradizionale viene visto come una forma di sottomissione al patriarcato da parte dell’isteria neo-femminista, si cercano di creare nuovi tipi di “famiglia”, con due o più genitori di uno stesso sesso, generando figli artificialmente, mentre chi nasce naturalmente viene abortito in nome di un presunto diritto. 
E mentre i nostri cari muoiono di malattie che nel 2018 dovrebbero essere paragonabili a un raffreddore, la scienza medica si piega alle esigenze capricciose dei progressisti e investe le sue risorse per offrire la morte, in barba allo stesso giuramento di Ippocrate. Ed abbiamo anche scienziati che giocano a fare Dio, che invece di considerare la natura come un’amica che ci può aiutare a migliorare il nostro stile di vita e la nostra salute, pensano a cercare nuovi metodi per cambiare sesso o terapie per trasformare le persone in animali (perché, se non lo sapete, esistono persino coloro che si sentono bestie imprigionate in corpi umani); questi disordini mentali, invece che essere curati, vengono assecondati. 
Le nazioni, ossia le naturali e spirituali tendenze degli individui di costituirsi in gruppi omogenei e più ampi, vengono distrutte, le frontiere abbattute, le mescolanze non solo vengono accettate ma addirittura incoraggiate con veemenza.  
La cultura figlia dell’antifascismo, ma che ormai non ha nulla a che fare nemmeno con la Resistenza, tende a mortificare tutto ciò che può dare un senso di appartenenza. Le tradizioni diventano il demonio laico e il nemico del progresso, si nega persino la differenza visiva tra le etnie diverse, mentre il senso di sopravvivenza del “branco”, comune persino negli animali, viene sostituito dal piacere della sottomissione al popolo considerato più progredito, oppure verso popoli che praticano ancora il cannibalismo ma reputati “migliori” in quanto più poveri e fucina di migranti. 
Nemmeno la giustizia è esente da questo ribaltamento della logica. Da millenni, l’uomo ha sempre avuto l’innata idea secondo cui “chi fa il male è punito, chi fa il bene è premiato”.  
 
Non sempre ciò è stato rispettato, ma oggi viene addirittura considerata una concezione obsoleta. Il delinquente non deve più essere punito, ma bisogna capirlo, coccolarlo, invitarlo nei salotti televisivi. Inoltre, deve anche sentirsi libero di delinquere, mentre chi subisce il reato non può difendersi né installare sistemi di sicurezza che possano compromettere l’integrità fisica dell’aggressore. Cè il pericolo del Far West, ci dicono. E l’unico reato che deve essere punito è l’abusata “apologia di fascismo”, un non ben identificato calderone in cui infilare tutto ciò che va contro il pensiero unico. E ancora, quando uno straniero delinque, invece di chiedere più sicurezza si manifesta contro un inesistente razzismo! 
I diritti sociali sono aboliti, le aziende chiudono o delocalizzano all’estero, aumentano i costi ma i servizi calano, l’agricoltura viene snobbata, il denaro non genera più ricchezza, i lavoratori sono invitati a farsi sfruttare in un modo che non esisteva nemmeno durante il feudalesimo, la piccola proprietà scompare assieme alla piccola iniziativa imprenditoriale. 
 
È tutto un mondo al contrario, un mondo che Mussolini, mentre il suo corpo veniva vigliaccamente vilipeso dai padri di chi oggi si considera custode della civiltà, dal suo punto di vista vedeva come sarebbe diventato, facendolo essere, ancora una volta, un passo avanti a tutti. 
Licenza Creative Commons  10 Dicembre  2018
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