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Onu, l’Italia in sordina firma i
 
Onu, l’Italia in sordina firma il Global Compact per i rifugiati (con il sì della Lega) 
di Ninni Raimondi
 
Ieri sui banchi della Camera è sbarcato il Global Compact per i migranti con due opposte mozioni: una a favore e l’altra contraria.  
Oggi, salvo clamorose sorprese dell’ultima ora, l’aula dovrebbe pronunciarsi a riguardo.  
Intanto però, alla chetichella, all’Assemblea delle Nazioni Unite l’Italia ha votato a favore di un altro Global Compact, quello sui rifugiati.  
Entrambi i “Patti” promossi dall’Onu agli Stati membri non sono vincolanti, ma con tutta evidenza rappresentano uno strumento di pressione che indirizza la politica delle nazioni sovrane in materia di immigrazione.  
Ecco allora che il voto favorevole da parte dell’Italia al Global Compact sui rifugiati, tramite l’ambasciatrice alle Nazioni Unite Mariangela Zappia, rappresenta una sorta di apripista preoccupante al secondo, più noto e dibattuto, provvedimento che verrà discusso in Parlamento. 
 
Gli unici Stati membri dell’Onu che hanno votato contro il patto sui rifugiati sono Stati Uniti e Ungheria, a fronte di tre nazioni che si sono astenute e di tutte le altre che hanno accettato di sottoscrivere il documento che propone un comune quadro giuridico per la gestione dell’accoglienza dei rifugiati.  
Ovviamente, vista l’apparente poca attenzione posta riguardo a questo patto, non è peregrino chiedersi se il governo italiano è realmente ben informato e se il voto dell’ambasciatrice è stato condiviso da Lega e M5S, al di là dele dichiarazioni a posteriori.  
Non a caso lo stesso Claudio Borghi, responsabile economico della Lega, ha dichiarato soltanto oggi di averlo letto e di ritenerlo condivisibile.  
 
Detto ciò confermo che a quanto mi risulta il parlamento non è stato informato dell’intenzione del rappresentante Onu di firmarlo”, ha twittato Borghi.  
Viene da chiedersi però come mai il governo non si sia informato senza aspettare un resoconto da parte dell’ambasciatrice. 
 
Cosa prevede dunque questo Global Compact sui rifugiati? 
Si tratta di un documento presentato come altra cosa rispetto al patto globale per le migrazioni adottato alla conferenza di Marrakesh e che verrà presentato all’Assemblea delle Nazioni Unite questo fine settimana.  
L’accordo sui rifugiati prevede un impegno da parte degli Stati membri ad adottare “una serie di misure: finanziamenti, politica, modifiche legislative, quote di reinsediamento” relative appunto unicamente ai rifugiati.  
L’atto approvatto dall’Assemblea, con il voto favorevole dell’Italia, non parla di quote di immigrati per i singoli Stati membri. Chiede però un migliore accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione per i rifugiati. 
 
Il docomuneo invita inoltre gli Stati membri ad attivare maggiori opportunità di reinsediamento: ricongiungimento familiare, borse di studio o visti umanitari.  
Non è insomma cosa da poco, per quanto appunto non vincolante.  
 
Come mai quindi l’Italia ha deciso di votare a favore?  
Le ipotesi sembrano essere due: o il governo era distratto e si è fatto gabbare dal proprio rappresentante all’Onu, oppure era consapevole e condivide interamente il documento dell’Onu.  
Tertium, salvo improbabili arrampicate sugli specchi, sembra proprio non datur
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