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Tav: dietrofront della Lega, moz
Tav: dietrofront della Lega, mozione con il M5S per rivedere l’opera 
di Ninni Raimondi
 
Oggi alla Camera sarà votata la mozione concordata sulla Tav. E’ il frutto della tregua armata tra M5S e Lega sulla proposta di ridiscutere il progetto della Torino-Lione che intanto incassa un endorsement importante. 
Infatti, il ministro dell’Economia Giovanni Tria si è detto favorevole all’opera: “Tutti i cantieri pubblici già cominciati, quelli che sono stati già oggetto di contratti, di trattati, di accordi internazionali, devono realizzarsi“, ha detto ad un giornalista della tv francese riguardo proprio la Torino-Lione. 
 
La mozione-inciucio 
“Ridiscutere integralmente il progetto della Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia“. E’ questa in sostanza la mozione, che rimanda al contratto di governo tra Lega e M5S, a firma del capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che sarà messa in votazione oggi, quando l’Aula di Montecitorio esaminerà anche la mozione sì Tav di Forza Italia. 
Il tempo stringe, l’Ue ha lanciato diversi avvertimenti: sono a rischio i fondi europei e l’Italia potrebbe dover restituire anche quelli già ottenuti. Stiamo parlando, in caso di ulteriori ritardi, di 300 degli 813 milioni di euro di fondi Ue. E la mossa del governo non accelera di certo l’iter. Tanto che per il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino approvare il documento significa “mettere una pietra tombale” sull’opera. 
Molinari però chiarisce che la posizione della Lega “resta la stessa”, ossia “valutare come realizzare quest’opera nel rispetto degli accordi internazionali“. 
 
La mossa per arrivare alle Europee 
A quanto pare, insomma, il governo prende tempo e rimanda il tutto a dopo le elezioni europee di maggio, in modo tale che sarà la prossima Commissione Ue ad analizzare il caso. E magari, la nuova Commissione sarà espressione di un Parlamento Ue radicalmente diverso da quello odierno. 
 
L’opposizione: “Scambio di favori dopo il caso Diciotti” 
Certo, la maggioranza così offre il fianco all’opposizione che parla di scambio di favori dopo che i 5 Stelle hanno votato no all’autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier Matteo Salvini sul caso Diciotti. 
“Salvini ha ceduto, si palesa lo scambio tra il No alla Tav e la non autorizzazione a procedere sul caso Diciotti“, sostiene il deputato Pd Davide Gariglio, membro della commissione Traporti alla Camera. 
Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, parla di una mozione “incomprensibile e inaccettabile”. 
Per la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si tratta di una “condanna dell’Italia a far parte del terzo mondo“. 
Critico anche il sistema delle imprese, che chiede di ritirare la mozione. 
 
La replica di Salvini: “Sta nel contratto rivedere il progetto” 
“C’è nel contratto e negli accordi che il progetto andava rivisto e poteva essere ridimensionato arrivando a tagliare un miliardo di opere che potevano essere evitate, investendo invece sulla metropolitana di Torino. E’ chiaro che stiamo andando verso questo percorso. Io lavoro per un Paese che va avanti, ci sono anche altre sensibilità al governo. Quindi se si può tagliare su costi spropositati è giusto ragionarci”, spiega il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a Radio Anch’io su Rai radio 1, replicando all’ipotesi dell’ex premier Matteo Renzi di scambio tra M5S e Lega su Tav e caso Diciotti: “E’ una fesseria. Questa ipotesi del mercato di voto all’autorizzazione in cambio dell’autonomia, della legittima difesa o della Tav è veramente squallida. Renzi di giustizia ritengo debba lasciar parlare altri”. 
Licenza Creative Commons  21 Febbraio 2019
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