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Alpenfestung: la storia della fo
Alpenfestung: la storia della fortezza alpina voluta da Himmler 
di Ninni Raimondi
 
Alpenfestung 
La Fortezza Alpina rappresentò, nella mente di Heinrich Himmler e degli alti comandi delle Ss, un ultimo territorio in cui ritirarsi e resistere per poter trattare la resa, all’oscuro di Hitler, con gli anglo-americani. Questa zona montuosa comprendeva una porzione dell’Alta Baviera e della Svevia, il Salisburghese ed il Salzkammergut nell’Austria settentrionale, il Tirolo, il Trentino-Alto Adige, il Bellunese con le Dolomiti e Cortina d’Ampezzo, e una parte della Carinzia. Una sorta di rettangolo alpino all’interno del quale le SS avrebbero aspettato che russi e americani si fossero trovati di fronte gli uni agli altri, per poi affiancarsi agli Alleati e proseguire assieme le ostilità contro i sovietici. 
 
Ascesa di Himmler 
Tutto iniziò con l’accentramento del potere reale, all’interno del terzo Reich, nelle mani di Himmler, a seguito dell’inizio della parabola discendente di Adolf Hitler, cominciata con la sconfitta di Stalingrado e proseguita dopo il fallito attentato compiuto contro il capo del nazismo. Questi avvenimenti accrebbero enormemente il potere delle Ss, e del loro Reichsführer, Heinrich Himmler, che fu nominato da Hitler nuovo comandante dell’esercito di riserva in sostituzione del generale Friedrich Fromm.  
A questo punto Himmler divenne l’uomo forte del Regime, che inoltre mise sotto il controllo delle Ss anche tutti i campi di prigionia. In tal guisa, Himmler poté continuare a realizzare i suoi obiettivi senza il timore di essere intralciato da Hitler, e accelerò l’operazione Alpenfestung che l’avrebbe dovuto portare a trattare con gli anglo-americani, in modo da poter giocare il ruolo di “fattore indispensabile all’ordine nella lotta contro il bolscevismo”, così come è palesato da Hans Günter Richardi nel suo saggio “Ostaggi delle SS nella Alpenfestung”. 
 
Messerschmitt Me 262 
Per realizzare i loro fini, le Ss usarono varie armi a loro disposizione; in particolare il nuovo caccia a reazione “Messerschmitt Me 262”, gli studi sui nuovi vettori intercontinentali e i prigionieri speciali da trasferire in Tirolo e usare come ostaggi. Per la realizzazione del Me 262, già dal 1942 era iniziata nell’Öztal tirolese la costruzione della più grande e potente galleria del vento fino all’ora realizzata, che faceva parte del “Progetto101 Messerschmitt Monaco”. Questo aereo a reazione aveva la capacità di raggiungere la velocità di 850 chilometri orari, surclassando di ben 200 km orari i più veloci aerei da combattimento degli Alleati.  
In caso di mancata realizzazione di tale piano, i progetti dei nuovi potenti motori sarebbero serviti come merce di scambio nelle trattative con gli anglo-americani, assieme agli specialisti del “Centro Militare di Ricerca” di Peenemünde, che furono trasferiti ad Oberammergau, all’interno della “Fortezza Alpina”, sia per proseguire gli studi sia per essere meglio controllati. 
 
La Fortezza Alpina 
Himmler ordinò, oltre a ciò, di concentrare nella “Fortezza alpina” imponenti quantità di armamenti, di truppe, di approvvigionamenti di materie prime, di generi alimentari e di salmerie varie, da accumulare grazie allo sfruttamento del mercato nero italiano e attraverso ponti aerei fatti partire dalla Spagna. Il tutto avrebbe dovuto essere finanziato dallo spaccio di sterline false prodotte dai detenuti nei vari Lager. Inoltre, intimò l’edificazione di formidabili opere di difesa militare e roccaforti, in modo da poter resistere anche anni agli attacchi nemici, costringendo così gli eserciti Alleati alla negoziazione. 
 
Ehrenhäftlinge e Sippenhäftlinge 
Per realizzare tutto questo, le Ss avevano bisogno di molte braccia da sfruttare e, a tale scopo, decisero di trasferire in Tirolo i detenuti del campo di concentramento di Dachau. Infatti, la sera del 26 aprile 1945, tre gruppi di prigionieri iniziarono, a piedi, un’affaticante marcia verso l’Öztal. La seconda arma a disposizione delle Ss era rappresentata da detenuti particolari: gli Ehrenhäftlinge, i cosiddetti “prigionieri speciali”, ed i Sippenhäftlinge. I prigionieri speciali erano insigni personaggi tedeschi e stranieri, trattenuti dalle truppe germaniche in mezza Europa, cui fu sempre riservato un trattamento di riguardo.  
Tra i più noti figuravano l’ex Cancelliere austriaco Kurt von Schuschnigg, il comandante dell’esercito greco generale Alexandros Papagos, il Primo Ministro francese Léon Blum, l’ex capo di stato maggiore dell’esercito tedesco, generale d’armata Franz Halder, il vescovo francese della Diocesi di Clermont nell’Auvergne, gli italiani Mario Badoglio, figlio di Pietro Badoglio, il generale Sante Garibaldi, due gerarchi fascisti: l’ex Capo della polizia nella Rsi Tullio Tamburini e il suo vice Eugenio Apollonio (entrambi in rotta con Mussolini), nonché il tenente colonnello Davide Ferrero. 
I Sippenhäftlinge, erano i familiari dei cospiratori che avevano tentato di uccidere Hitler il 20 luglio 1944 e quelli dei congiunti dei militari germanici prigionieri in Russia, che avevano rinnegato il nazismo. Per tutti costoro, Himmler, decise di reintrodurre la Sippenhaft e cioè la responsabilità penale estesa all’intera famiglia dei responsabili di reati. Ehrenhäftlinge e Sippenhäftlinge furono trasferiti nel Lager di Dachau.  
Il 23 aprile 1945, i prigionieri furono radunati e poi fatti montare sui mezzi che li avrebbero dovuti trasportare in Tirolo. Improvvisamente, però, un attacco aereo distrusse tre degli omnibus destinati ai reclusi speciali ed ai Sippenhäftlinge, per cui la partenza fu rinviata. 
 
La fine 
Gli anglo-americani, difatti, ben conoscendo il progetto delle SS di arroccarsi tra i monti per un’ultima resistenza, fecero di tutto per evitare che ciò accadesse, cercando di raggiungere l’Alto Adige e il Tirolo da sud, prima che i soldati di Himmler potessero riuscire ad organizzarsi nell’Alpenfestung. Ciò fu possibile, soprattutto grazie al tradimento del generale Karl Wolff, comandante delle armate tedesche in Italia, e alle capacità diplomatiche di Allen Dulles, responsabile dell’Oss (il servizio segreto americano), che portarono, in cambio dell’impunità per Wolff, alla resa incondizionata delle truppe tedesche dello scacchiere sud-ovest.  
La sera del 24 aprile, le SS riuscirono a procurarsi i mezzi di trasporto che portarono i detenuti a Villabassa in Alto Adige, nell’alta val Pusteria. Tra il 29 ed il 30 aprile, a seguito della resa tedesca in Italia, alcuni reparti della Werhmacht giunsero sul posto e presero in consegna gli ostaggi che furono liberati e ospitati presso l’Hotel Lago di Braies, sul lago omonimo.  
Il 4 maggio giunsero le prime avanguardie americane che tra l’8 ed il 10 dello stesso mese trasferirono, con due convogli distinti, tutti quei personaggi celebri verso sud.  
 
La loro odissea finì, qualche tempo dopo, a Capri. 
Licenza Creative Commons  25 Febbraio 2019
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