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Diciotti, oggi il voto in Senato
Diciotti, oggi il voto in Senato. Dissidenti M5S: “Sì a processo per Salvini” 
di Ninni Raimondi
 
Oggi l’Aula del Senato voterà sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier Matteo Salvini, fatta dai magistrati di Catania con l’ipotesi di sequestro di persona, in merito alla vicenda dei 179 migranti bloccati sulla nave della Guardia costiera Diciotti nel porto etneo lo scorso agosto per 5 giorni. 
Ieri il presidente della giunta, Maurizio Gasparri, nella sua relazione ha proposto il no.  
Il ministro dell’Interno è in Aula, dovrebbe intervenire intorno alle 11.40.  
Con lui, anche il ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio.  
Il voto è previsto per le 13, sarà palese ma senza proclamazione immediata del risultato. 
In Aula Salvini ribadirà: “Ho agito in nome dell’interesse nazionale, quello che ho fatto l’ho fatto per difendere i confini, con una scelta condivisa con gli alleati di governo e il premier Giuseppe Conte”, dovrebbe essere la sostanza delle sue parole. In Aula ci sarà anche il premier Giuseppe Conte, che ha deciso di non lasciare solo il suo vicepremier: “Su questa vicenda c’è una chiara linea politica in tema di migrazione che questo governo sottoscrive e il responsabile dell’esecutivo sottoscrive per primo”, ha ribadito. 
 
Verso il no all’autorizzazione 
Per conoscere l’esito del voto bisognerà aspettare le 19. Sì, perché si dovrà aspettare il termine della seduta pomeridiana dell’Aula per consentire a chi non è presente di votare nel corso della giornata, come prevede il regolamento per le “proposte di diniego dell’autorizzazione”.  
Per confermare il no al processo a Salvini, la proposta della Giunta firmata da Gasparri, deve essere approvata a maggioranza assoluta, fissata a quota 161 voti. 
Nonostante la possibilità di un voto contrario rispetto a quelli di scuderia da parte di un piccolo drappello del M5S, non sono previsti colpi di scena: il no all’autorizzazione dovrebbe passare senza problemi.  
Formalmente Lega e 5 Stelle, quindi la maggioranza di governo, sono tutti schierati per il no.  
E potranno contare anche suoi voti di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. “Gli iscritti alla piattaforma Rousseau “hanno detto che il governo ha tutelato un interesse pubblico”, assicura il vicepremier Luigi Di Maio. Il no all’autorizzazione in Aula è nella stessa linea della Giunta per le immunità: linea, spiega il presidente Gasparri, che “si basa sull’articolo 96 della Costituzione, che regola la responsabilità dei ministri, e sulla Legge Costituzionale (n.1 dell’89)”. 
 
I dissidenti M5S: “Sì a processo” 
A preoccupare un minimo non sono solo le senatrici M5s, Fattori e Nugnes (“Di fatto – ha detto la dissidente – il Movimento si è salvinizzato posizionandosi anche ideologicamente a destra.  
Si tratta di una destra identitaria, non liberale.  
E’ la destra dei Paesi di Visegrad con cui Matteo Salvini è sempre in contatto”) che hanno finora manifestato la loro intenzione di votare sì all’autorizzazione a procedere, ma si parlerebbe anche di qualche altro dissidente. Una parte di questi sarebbero tentati di uscire dall’Aula o risultare assenti per evitare scontri diretti con il Movimento. Anche perché il capogruppo in Senato Stefano Patuanelli ha avvertito che chi vota in dissenso dalla piattaforma è fuori anche se le espulsioni renderebbero ancora più risicati i numeri della maggioranza in Senato. 
 
Meloni: “Surreale che un pezzo del governo voti contro” 
“E’ assolutamente surreale che un pezzo significativo della maggioranza di governo prenda in considerazione l’ipotesi di votare contro il ministro Salvini”. 
Lo ha detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ospite di Non Stop News” su Rtl 102.5.  
“Con l’autorizzazione a procedere non si vota l’indagine nel merito ma si risponde a una domanda: ‘il ministro ha agito nell’interesse della Nazione e del governo o contro gli interessi della Nazione e del governo?’  
Se i 5 stelle dovessero votare per l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini dovrebbero mandare a casa il governo perché non ti puoi tenere un vicepremier e ministro che agisce contro gli interessi della Nazione”, ha concluso la Meloni. 
Licenza Creative Commons  20 Marzo 2019
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