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Feltri contro Conte
Feltri contro Conte: “Superfluo come i peli delle ascelle” 
di Ninni Raimondi
 
Vittorio Feltri parla "comme d’habitude" a ruota libera dalle colonne del “suo” Libero e questa volta nel mirino finisce il “povero” premier Giuseppe Conte. 
 
Ben vestito nonostante sia di Foggia” 
“Conte è un signore gradevole, addirittura ben vestito” scrive il direttore di Libero, ma aggiunge: “nonostante sia di Foggia, e questo ce lo rende simpatico. Allorché va in giro per il mondo, instancabilmente, non rimedia la figura del buzzurro. È l’ unico merito che gli attribuiamo senza esitazione”. 
 
Non capisce un cacchio di politica” 
Ma in quanto alla sua presenza “politica” e alla sua capacità istituzionale, Feltri non ha dubbio alcuno: “E’ una frana incontenibile. Non la tiriamo troppo per le lunghe, limitandoci a un esempio, l’ ultimo episodio in ordine di tempo che ha reso il premier ridicolo nella sua goffaggine”. E quindi Vittorio da Bergamo prende in esame l’episodio in cui Conte, chiamato a commentare questioni di economi a San Patrignano, avrebbe a suo dire rimediato una figuraccia: “Ha confermato di non capire un cacchio di politica e soprattutto di finanza. È riuscito a dire che a lui non interessa solo il Pil, che considera superfluo quale pelo delle ascelle, di converso gli preme la distribuzione della ricchezza. Ignora che la ricchezza, ammesso che ci sia, non è sua, bensì di coloro che la producono, cioè gli imprenditori e i lavoratori, due categorie a cui lui non appartiene.” 
 
E’ solo un fighetto” 
Feltri rincara la dose, scendendo sul “personale”: “Ignora il fighetto della Puglia che i quattrini bisogna guadagnarli onde regalarne a cani e porci sotto forma di reddito di cittadinanza e sussidi vari. Se non ne recuperi sgobbando sodo come si fa al Nord non sei in grado di donarne a coloro che si grattano il ventre da mane a sera attendendo aiuti immeritati.” “I nostri industriali piccoli e grandi non agiscono in un ambiente favorevole bensì ostile, pertanto vengono osteggiati da un sistema fiscale vorace e da una burocrazia ostativa” scrive Vittorio Feltri, tornando a tomi più seri: “Il governo avrebbe l’interesse e l’obbligo di sostenerla, invece Conte ha in animo di spartirne gli utili con i fannulloni”. “Speriamo che ce lo tolgano dai piedi” chiude laconicamente il direttore di Libero. 
Licenza Creative Commons  6 Aprile 2019
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