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Lerner ancora su Salvini: “Contr
Lerner ancora su Salvini: “Contro di me olio di ricino mediatico” 
di Ninni Raimondi
 
Gad Lerner, ospite della trasmissione Circo Massimo in onda su Radio Capital è tornato di nuovo su uno dei suoi argomenti preferiti: Matteo Salvini. 
 
L’approdo esoso di Gad Lerner 
Salvini, come è noto, è fortemente contrario al ritorno in Rai del giornalista che condurrà (per la bellezza di 69mila euro a puntata) la trasmissione L’approdo dedicata all’approfondimento politico. Il programma, che si compone di cinque puntate e andrà in onda in seconda serata su RaiTre, è nato al centro delle polemiche: dopo Salvini anche Giampaolo Rossi, del Cda Rai, si è dimostrato scettico sulla neutralità di Lerner e soprattutto sulle sue lamentele per una paventata “censura”.  
 
Rossi (Cda Rai) su Lerner: “Lui fa liste nere di intellettuali di destra. Salvini non censura” 
Torna a parlare della situazione in Rai Giampaolo Rossi, consigliere, che interviene sulle parole di Matteo Salvini nei confronti di Gad Lerner, che dal 3 giugno condurrà la trasmissione L’approdo su Rai Tre. 
 
“Lerner figlio di intolleranza ideologica” 
“Io non apprezzo intellettualmente Gad Lerner, lo ritengo un intellettuale divisivo nel paese, portatore di una cultura di odio e intolleranza, figlio di Lotta Continua e di quei movimenti fallimentari che hanno prodotto estremismo ideologico e violenza nella storia di questo Paese. Nello stesso tempo, però, apprezzo il direttore di Rai3 Stefano Coletta che ritengo uomo di prodotto come pochi in Rai. Per questo, nel rispetto dell’autonomia editoriale che va salvaguardata all’interno del servizio pubblico, mi rimetto alla sua scelta di dare la conduzione di un format a Gad Lerner”. 
 
“Quella di Salvini? Solo un’opinione” 
Intervistato da AdnKronos, Rossi nega che quella di Salvini sia una dichiarazione atta a creare una sorta di “lista di proscrizione” per gli indesiderabili, voci opposte alle opinioni e all’operato del vicepremier. “Ma no! E’ una opinione, condivisibile o meno, ma una opinione. Voglio ricordare che ad oggi l’unico che ha prodotto liste nere è proprio Gad Lerner che, nelle settimane scorse, ha individuato intellettuali e giornalisti di destra, rei di non essere allineati al pensiero unico di cui lui è custode e sacerdote, e quindi da mettere al bando. Il pluralismo non si calcola per sottrazione ma per somma” ammonisce Rossi. “Non si realizza togliendo le voci ma aumentandole. Per questo non mi scandalizza il format di Lerner su Rai3, in linea con il pubblico della rete, tanto è che i palinsesti estivi, che contengono anche il suo programma, sono stati approvati dall’intero Cda con la sola astensione di Borioni e Laganà”. 
 
“Rai Uno “sovranista”?” 
Ma Rossi non esaurisce qui la sua vis polemica: “Mi stupisce, invece il fatto che sulle altre reti, mi riferisco in particolare a Rai1 definita sovranista, non ci siano nuovi talk di approfondimento politico con voci dissonanti rispetto al mainstream come, per esempio, quelle di Maria Giovanna Maglie o Laura Tecce o di altri giornalisti e intellettuali di destra che potrebbero condurre nuovi programmi. L’unico che ha prodotto un talk originale in questo senso – fa notare Rossi – è Freccero con Povera Patria che sta ottenendo, tra l’altro, ottimi risultati su Rai2. Il pluralismo si attua così, aumentando le voci e non diminuendole – ribadisce Rossi – E in realtà il nuovo piano industriale voluto dall’ad Salini va proprio nella direzione di un maggiore pluralismo all’interno della Rai, poiché mette al centro il prodotto, calibrandolo misurandolo con le diverse sensibilità culturali del Paese e con i nuovi bisogni di fruizione. La Rai è un’azienda complessa, cambiarla richiede tempo, competenza e visione. Noi ci stiamo provando“. 
 
“Salvini mette alla gogna le persone” 
Ora Lerner torna a parlare e ad accusare Salvini: “Fa il classico gioco del gatto con il topo: prima tormenta la preda parlando di business e compensi, poi dici quello che guadagni e diventa che ti stai lamentando”. E aggiunge: “Salvini è un gattone che ha bisogno di masticare nemici o di mettere alla gogna le persone.  
Io sono una piccola preda e il mio bottino risulta essere piuttosto modesto, con altri, come Fazio, si è approfittato del fatto che le cifre erano davvero elevate“.  
E in un vecchio e stantio parallelismo tra Salvini e il “pericolo fascista”, Lerner accusa il vicepremier di usare “l’olio di ricino contemporaneo: lui vuole rendere ridicole le vittime.  
Lo aveva annunciato settimane fa, lo ha ribadito ieri e così è stato.  
 
Fabio Fazio 
“Questa sera ci sarà un buco di tre quarti d’ora perché mi sono rifiutato di andare da Fabio Fazio“, ha dichiarato dal palco del comizio della Lega e Foligno il ministro dell’Interno Matteo Salvini.  
“Sono l’unico segretario di partito che si è rifiutato, mi hanno detto ‘Ma come, fa 3 milioni di spettatori’. Per me la coerenza viene prima, e per me i valori e la coerenza valgono più di 3 milioni di spettatori. Riduciti lo stipendio, chiacchierone di sinistra pagato con i soldi degli italiani”. Il nodo è sempre lo stipendio faraonico del servile conduttore di Che tempo che fa, che periodicamente viene attaccato dal vicepremier su questo argomento. 
 
Le dichiarazioni di Foa 
Del resto, sul caso è intervenuto – sempre nella giornata di ieri – anche il presidente Rai Marcello Foa, per il quale “Il compenso di cui beneficia Fabio Fazio è molto elevato al di sopra di qualunque altra valutazione di merito che può essere fatta rispetto agli ascolti che fa”. Pertanto, ha continuato Foa, “Nella Rai del cambiamento che vuole essere anche rispettosa del canone pubblico è chiaro che, per quanto vincolato da un contratto che la Rai naturalmente deve rispettare, si pone un problema di opportunità”. 
 
Il messaggio di Fazio 
Fazio, indispettito anche dalla voci che vorrebbero la sua trasmissione estromessa dal palinsensto Rai del prossimo inverno, non è stato di certo a guardare in silenzio. All’inizio della puntata di ieri sera ha letto un messaggio rivolto proprio al leader del Carroccio: “Prima di cominciare la nostra puntata – ha così iniziato – voglio leggere alcune righe che mi sono appuntato per fare una brevissima ma doverosa precisazione in nome del pluralismo a cui Che tempo che fa si è sempre attenuto”. Pluralismo? Da Fazio? “Questa sera, come forse saprete – ha proseguito il conduttore – dopo Forza Italia avremmo dovuto ospitare la Lega, in particolare il suo segretario Matteo Salvini a cui abbiamo ripetuto molte volte inviti senza ricevere risposta formale. Il ministro però ha fatto sapere in numerosi interventi pubblici, nei suoi comizi elettorali, che non sarebbe intervenuto“. Il presentatore, sempre e comunque nel suo consueto tono paludato, ha espresso il suo dispiacere nel vedersi negata la presenza di Salvini in trasmissione “perché al di là della sua opinione su di me, che non mi permetto in questa sede di discutere, sarebbe stato invece interessante consentire al pubblico di Che tempo che fa di poter ascoltare le sue opinioni circa i temi dell’Europa, i recenti fatti tragici di Napoli, e naturalmente tutta l’attualità politica. Naturalmente la sua posizione è legittima, confido che ci sia un’occasione nella prossima stagione”. 
 
Comunisti col Rolex 
Ma Salvini in quel momento si trovava a riscuotere consensi a Piana delle Orme, in provincia di Latina, e dal palco del comizio non ha mancato di lasciare il solito strale nei confronti di Fazio: “Sono contento di essere qui invece che in diretta da Fabio Fazio, uno dei classici comunisti col Rolex e milioni di stipendio – ha detto – Mi piacerebbe che la Rai tagliasse questi stipendi milionari, insulto a chi lavora veramente”.  
 
Nell’era digitale lo si fa con altri metodi, ma l’intenzione è la medesima“. 
“Sono convinto che ha usato me come pretesto per rivolgersi all’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini: a lui è stata rivolta la critica, a lui è stato detto che non ha controllato” aggiunge Lerner, tornando sull’argomento della censura (e omettendo accuratamente di essere lui il primo ad aver stilato una lista di intellettuali “indesiderabili” perché di destra) “per fargli capire che dopo il 26 maggio, con questi risultati elettorali, i rapporti di forza sono cambiati anche nell’azienda di informazione pubblica…”.  
 
Rapporti di forza che vanno forse a garantire un po’ di pluralismo in Mamma Rai, perché no? I tempi sono cambiati, speriamo per il meglio, dai tempi di TeleKabul… 
Licenza Creative Commons  6 Giugno 2019
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