Questo Sito non ha fini di lucro, né periodicità di revisione. Le immagini, eventualmente tratte dal Web, sono di proprietà dei rispettivi Autori, quando indicato.  Proprietà letteraria riservata. Questo Sito non rappresenta una Testata Giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto non può essere considerato, in alcun modo, un Prodotto Editoriale ai sensi e per gli effetti della Legge n.62 del 7 Marzo 2001.
 
 
Scarica il PDF della situazione
Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie..
Per Sea Watch i confini italiani
Per Sea Watch i confini italiani sono immaginari e disumani 
di Ninni Raimondi
 
Proprio non ce la fanno, i compagni senza frontiere sono allergici alla sovranità nazionale.  
Dunque sbraitano, si lagnano, cianciano di umanità ogniqualvolta si ritrovano di fronte la realtà: esistono ancora le nazioni e in quanto tali sono dotate di confini. Questo significa, molto semplicemente, che chiunque non sia cittadino di una determinata nazione e voglia attraversare i confini di quella determinata nazione, deve essere necessariamente dotato di un regolare permesso per farlo. Non ci sono scappatoie ed è giusto che sia così, perché altrimenti si creerebbe un inevitabile caos, pericoloso per tutti gli uomini che popolano questo pianeta. 
 
Basterebbe questa elementare riflessione, senza scomodare il solco tracciato da Romolo e gli esempi a riguardo che da migliaia di anni ci arrivano da qualunque angolo del mondo, per comprendere che eliminare le frontiere nel nome dell’umanità è quanto di più nocivo per l’umanità stessa.  
A prescindere quindi dalle identità e dalle civiltà, concetti troppo seri e forti per essere accettati dal fricchettonismo decadente e avvilente, senza i confini non esisterebbero i popoli. Tutti, compresi quelli “da salvare”. Ma in fondo è proprio questo il sentimento distorto che muove i presunti buoni, incapaci di accettare le diversità, si ergono a tutori delle diversità. Senza accorgersi che se tutti fossero così sciocchi da seguirli in questo vaneggiamento, la Terra si trasformerebbe nel set di The Walking Dead. 
 
Sproloqui di una Ong 
Basta leggere il comunicato di Sea Watch per comprendere il livello di follia a cui sono giunti i “salvatori” degli immigrati.  
“È automatico – scrive la Ong tedesca – che la presenza di naufraghi a bordo presenta tutti i caratteri dell’emergenza e normalmente darebbe tutto il diritto a un comandante di entrare in porto e essere assistito. Il comandante sta assumendo un atteggiamento cauto di resistenza, e tuttavia è sempre più forte l’insofferenza sua, dell’equipaggio e delle persone a bordo. La nave si muove si muove di continuo, la permanenza è debilitante”. Traduzione: siamo un’organizzazione non governativa e decidiamo illegalmente di far salire a bordo della nostra nave decine di clandestini, poi ci lamentiamo perché il governo di uno Stato sovrano rifiuta di farli sbarcare come vorremmo noi. 
 
“Il confine italiano è una linea immaginaria” 
Inoltre, come di consueto, ecco le storie strappalacrime che non possono non commuovere e di conseguenza, cribbio, devono per forza servire da grimaldello per convincere l’Italia ad aprire i porti.  
“Ci sono storie di violenza condivise con il nostro equipaggio, detenuti per mesi anche un dodicenne, una persona ha visto uccidere un familiare sotto i suoi occhi in detenzione, un altro è stato costretto a seppellire i corpi per rendere la prigione presentabile in attesa di visite esterne. Sono storie di orrore – si legge ancora nel comunicato di Sea Watch – sufficienti a non riportare queste persone in Libia come ci viene indicato a seguito di questa indicazione con disumana, cinica e illegale, sarebbe reato di respingimento collettivo perché la Libia non Paese sicuro perché in guerra, non abbiamo ricevuto altre indicazioni dalle autorità europee”. 
 
E infine la riflessione delirante, per far comprendere meglio qual è la reale natura di questi signori colmi di umanità: “Intrappolati tra responsabilità del comandante sulla vita di questa persone e l’attacco e la criminalizzazione che ci aspetterebbe se varcassimo questa linea immaginaria, tra umanità e disumanità. Questo è diventato il confine italiano“. Ecco, in soldoni è questo il succo: i confini per questi signori sono immaginari e in ogni caso disumani. 
Licenza Creative Commons  21 Giugno 2019
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019