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Carola, la confessione choc
Carola, la confessione choc: “Berlino ci ordinò di portare i migranti in Italia” 
di Ninni Raimondi
 
Dal giorno dell’attracco della Sea Watch 3 a Lampedusa, non è passato momento che la Rackete non sostasse sotto i riflettori di qualche media o non facesse man bassa di onorificenze e beatificazioni. Così eccola ospite di un programma dell’emittente tedesca Zdf, in cui ha rivelato nuovi particolari di quella notte tra il 28 e il 29 giugno, quando entrò illecitamente nelle acque territoriali italiane, forzando il blocco e speronando una motovedetta delle Fiamme Gialle per portare sulla terraferma il suo carico di 40 immigrati. 
 
Il ruolo della Germania 
Secondo la capitana, la Germania avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel determinare la destinazione degli immigrati della Sea Watch 3: “Quello che è interessante nel nostro caso è che, un giorno dopo che avevamo fatto il salvataggio, la città di Rottenburg si era dichiarata pronta a prendere i fuggiaschi. La città del Baden-Wuerttemberg era pronta anche a mandare un bus finanziato da donazioni ma l’operazione avrebbe dovuto ricevere un permesso”. Ma le soluzioni non furono attuabili, dal momento che il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer “insistette perché i migranti venissero registrati in Italia“. 
 
Nessun rimorso 
In ogni caso Carola non mostra alcun segno di pentimento per il suo agire, anzi: “Le conseguenze mi erano chiare (…) ma abbiamo scelto quella che per noi era la priorità e per un capitano la priorità sono le persone a bordo della nave. Le condizioni di salute dei naufraghi erano molto peggiorate e i medici ci dissero che dovevamo attraccare in porto”. 
 
La giornalista poi le chiede: “Non pensa che debba esistere un limite all’accoglienza?”  
La Rackete non ha dubbi: “No, a dire il vero”.  
Applausi del pubblico.  
 
“La Germania e altri Paesi europei hanno una responsabilità storica per la situazione attuale e per le strutture di potere che lì si sono create. Dobbiamo assumerci quindi la responsabilità di tirarli fuori dalla situazione in cui li abbiamo condotti”, afferma.  
 
La capitana risponde poi all’accusa di molti suoi connazionali che le hanno mosso critiche per aver fatto il gioco dei trafficanti e degli scafisti:  
“Sarebbe interessante chiedere ai migranti stessi che cosa ne pensano di questa teoria. Chiedergli perché fuggono. Le storie che ho avuto modo di ascoltare in prima persona raccontano di violenze, di schiavitù, di stupri. Credo sia questo il motivo per cui fuggono”. 
Licenza Creative Commons  12 Agosto 2019
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